Piccole imprese in crisi chiuse duecento aziende

Mirano. L’analisi di Apindustria: dal 2008 sono stati persi 1700 posti di lavoro Roccato: «Il Job’s Act è inutile, servono linee di credito e meno burocrazia»
Di Filippo De Gaspari
Mestre (VE): Via Mestrina, 6. Inaugurazione sede del API (associazione piccole e medie imprese). Piarorlando Roccato, direttore API. 22/03/2001 © Light Image Studio. Fornasier.
Mestre (VE): Via Mestrina, 6. Inaugurazione sede del API (associazione piccole e medie imprese). Piarorlando Roccato, direttore API. 22/03/2001 © Light Image Studio. Fornasier.

MIRANO. «Tra Miranese e Riviera persi, dal 2008 ad oggi, ben 1.700 posti di lavoro e chiuse 200 aziende». Passati i primi giorni dell’anno, solitamente dedicati ai buoni auspici, uno sguardo indietro riporta alla dura realtà dei fatti: il dato emerge da un’indagine condotta da Apindustria, l’associazione delle piccole medie industrie di Venezia, e dipinge un quadro per nulla confortante della crisi in atto e dei suoi effetti sul territorio.

La difficile congiuntura economica aggredisce con ferocia anche le piccole e medie imprese del Miranese e della Riviera del Brenta: negli ultimi sei anni infatti sono stati persi circa 1.700 posti di lavoro e chiuse 200 piccole e medie imprese, comprese quelle del settore edile. Dal 2008 al 2014, a conti fatti, si è perduto circa il 20 per cento della produzione ed il 25 per cento del fatturato.

L’unico segno positivo è quello relativo all’export, che negli ultimi due anni è salito del 3 per cento. A presentare i dati sono stati nei giorni scorsi il direttore di Apindustria Venezia, Pier Orlando Roccato e l’ex presidente della commissione Lavoro della Provincia di Venezia, Roberto Dal Cin: l’indagine riguarda le imprese dei settori meccanico, manifatturiero, gomma plastica, chimico ed edile e si concentra sui principali Comuni e poli produttivi del territorio: Mirano, Spinea, Santa Maria di Sala, Pianiga, Dolo e Mira.

«Le politiche messe in atto da parte del governo attuale e dei precedenti non sono mai state efficaci», taglia corto Roccato, «il Job Act’s tanto decantato in questi giorni non ha alcun piano di rilancio per le nostre imprese: non si stanno liberando risorse per sviluppare l’industria, non si intravvede l’abbassamento della pressione fiscale e nemmeno una politica del credito finalizzata ad agevolare gli investimenti».

Eppure, per Roccato, la realtà del Miranese avrebbe moltissime potenzialità: «Volendo», continua, «siamo ancora in tempo per rialzarci e ripartire, ma in tempi brevissimi dobbiamo attivare riforme per incentivare il lavoro, come il cuneo fiscale e incentivi alle imprese».

È Dal Cin, inoltre, a farsi portavoce delle esigenze degli imprenditori locali: «Da tempo, durante gli incontri nel territorio, è emerso che, oltre alla crisi, le imprese sono subissate da un fisco e da una burocrazia che non concede tregua. Chiediamo a viva voce una concreta politica del credito finalizzata a investire su sviluppo e ricerca, aiutando le imprese a crescere e non investire solo sui bilanci. Ormai il tempo stringe».

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