Piccole donne Zanoni: tre sorelle inseparabili con la passione del merletto
Lunedì alle 11 ai Frari il funerale di Rosetta. Dopo la morte di Luciana e Luisa lei era l'ultima rimasta
VENEZIA. Sono rimaste unitissime fino alla fine. Insieme erano più che una famiglia. Erano una sola anima.
Lunedì alle 11 nella chiesa dei Frari verrà celebrato il funerale di Rosetta Zanoni, 94 anni, l’ultima delle tre sorelle che hanno deciso di vivere insieme in una grande casa.
I fratelli Zanoni di San Polo erano infatti in sette: quattro si sono sposati, mentre loro tre hanno scelto una vita originale per quegli anni. Tre sorelle, tre donne, tre single, tre lavoratrici e tre viaggiatrici che hanno condiviso tutto.
A unire la vita di Rosetta, Luciana e Luisa era un doppio filo magico, quello del ricamo e quello della passione per la loro città. Rosetta era sarta e Luisa magliaia, mentre Luciana lavorava in Regione. Tuttavia anche Luciana, una volta andata in pensione, non ha resistito e ha cominciato a prendere anche lei in mano ago e filo e a seguire le sorelle a San Zaccaria, dove un gruppo di donne si ritrova a realizzare il merletto, imparato dalle merlettaie di Burano.
La vita delle tre inizia presto: «Una volta si facevano solo le elementari» racconta un’altra sorella, Rita, 89 anni, nonna di tantissimi nipoti «Rosetta aveva finito la quinta elementare ed era andata a imparare il cucito da una signora che abitava vicino a noi. Era brava e così dopo qualche anno si è spostata a lavorare in proprio a casa sua. Il primo abito da sposa lo ha cucito per me, ma poi ne ha fatti tantissimi altri». Le piccole donne Zanoni vivevano in una Venezia dove i veneziani amavano ancora vestirsi in maschera per Carnevale: «ogni anno arrivavano delle signore che le davano degli abiti da indossare durante le feste».
Rosetta stessa ha ricordato di recente che lei Venezia l’aveva conosciuta così, portando in giro gli abiti perché «qui non ci si perde, poi camminando si vedono i riflessi sull’acqua». Non avrebbero rinunciato mai a Venezia, nemmeno quando il padre ventilò l’ipotesi di andare in Africa: «Da qui noi non ce ne andiamo».
In realtà le sorelle, mancate tutte nell’arco di un paio di anni, viaggiarono tantissimo, annotando in un diario a mano le mete e le spese. L’organizzazione era così: Luciana faceva da mangiare, Rosetta e Luisa si ritiravano nello studio con la macchina da cucire. Nonostante non fossero sposate la loro casa dei Tolentini, dove avevano deciso di vivere, era sempre piena di bambini, figli dei fratelli e delle sorelle.
«A volte ci chiamavano e ci chiedevano di mandarci qualche figlio o figlia» prosegue Rita «Erano molto simpatiche, la gioia di tutti i nipoti che ci andavano sempre volentieri». La loro casa in effetti aveva un qualcosa che mancava in tutte le altre. Le pareti erano piene di merletti che raffiguravano trame delicate e intriganti, com’è stata la loro vita. —
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