Picchiava selvaggiamente la moglie: starà in galera due anni

L'uomo è già in carcere subito dopo la condanna. Ha percosso pesantemente la donna anche quando era incinta. In un'occasione ha anche perso il bimbo

PORTOGRUARO. È stato condannato a due anni, pena non sospesa, per maltrattamenti in famiglia. Sentenza subito esecutiva, per cui Rachid Talaboui, 32 anni marocchino residente nel difficile rione di via Croce Rossa a Portogruaro, finirà in galera. L'uomo è accusato di aver alzato le mani e non solo contro la moglie, che adesso abita con il figlioletto avuto dalla loro tormentatissima relazione. La donna è stata picchiata selvaggiamente anche quando aspettava il figlio in grembo, mentre una seconda gravidanza si è interrotta.

È una storia molto triste, che purtroppo rispecchia un quadro che sta peggiorando sempre più nella città del Lemene, come hanno fatto notare diverse associazioni e la stessa amministrazione comunale negli ultimi due anni. Tra i protagonisti dei maltrattamenti ci sono comunque molti uomini italiani. Sono almeno una decina, oggi, i casi monitorati dalle forze dell'ordine in tutto il mandamento. Nel caso di Talaboui le indagini furono affidate ai carabinieri della compagnia di Portogruaro.

Nell'arco di tre anni, dal 2010 al 2013, il 32enne ha fatto di tutto. È un elenco lungo e spietato. È una vera e propria “lista della vergogna”. Rachid a causa dei suoi problemi con l'alcol, si faceva mantenere dalla consorte che lavorava in un bar; la minacciava e la picchiava ripetutamente, per “futili motivi”. Tutto era cominciato nel giugno del 2010 quando l'uomo ha strattonato la consorte ripetutamente per cause banali. Poi sempre nello stesso mese l'ha colpita con un pugno al naso, procurandole una frattura. Sempre in quell'estate l'ha aspettata, fuori dal locale in cui lavorava sempre per picchiarla.

Al febbraio 2011 risale la violenza più brutale. Rachid è accusato di aver picchiato la sua donna con ripetuti pugni al viso e con calci alla pancia, sebbene aspettasse un bambino: suo figlio. Dopo la nascita del bambino ha picchiato ancora la consorte per gelosia, lasciandola fuori di casa all'addiaccio in alcune circostanze. Nel 2013 altro episodio odioso. Ha ripetutamente picchiato la moglie sebbene aspettasse un altro bambino, ma poi la gravidanza venne interrotta per motivi che in sede processuale non sono emersi. Ha cominciato a minacciarla di morte e quindi dal settembre 2013, il 32enne ha picchiato la moglie con frequenza quotidiana. Infine ha minacciato di portarle via il figlio e l'ha tempestata di chiamate quando ha deciso di abbandonare con coraggio il tetto familiare.

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