Picchiata sul lavoro, niente causa
MIRA. Aveva denunciato violenza reiterata nel luogo di lavoro, ma ora rischia di non veder mai giustizia perché è stato disposto il “non luogo a procedere” in quanto la querela sarebbe stata presentata oltre i limiti previsti dalla legge.
Il caso lo denuncia lo Slai Cobas ed è quello di Patricia O., una lavoratrice di origine nigeriana dell’azienda “L’insalata dell’orto” di Giare di Mira. «Dopo una nostra denuncia relativa all’eccesso di cloro nell’acqua del reparto monda dove si lava l’insalata», spiega Paolo Dorigo per lo Slai Cobas, «nell’autunno 2013 era seguita un’ispezione delle autorità e da allora il cloro deve essere verificato durante le lavorazioni. Nel giugno 2014 la lavoratrice del nostro sindacato è stata aggredita da un operaio originario dell’Est Europa che aveva responsabilità interne. Ne seguì una querela, depositata il 13 giugno 2014 al commissariato di Marghera». Un’altra denuncia era giunta, fa sapere Slai Cobas, «su nostra segnalazione ai carabinieri».
«Al ricovero della lavoratrice aggredita all’ospedale di Dolo», continua il sindacato, «nei confronti dell’aggressore l’azienda non fatto seguire alcuna sospensione o licenziamento». Lo Slai Cobas ricorda la durezza delle condizioni di lavoro in questo comparto e nell’azienda agricola che hanno portato ad una catena di licenziamenti disciplinari con una raffica di cause di impugnazione dei provvedimenti.
Giovedì la sorpresa. In un’udienza a porte chiuse, il giudice ha disposto il non luogo a procedere perché la querela sarebbe arrivata in ritardo: sarebbe giunta in Procura solo il 7 novembre del 2014. Ora il dispositivo può essere appellato solo in Cassazione.
Esterrefatta l’avvocato della lavoratrice, Laura De Perini: «Intanto il reato, come era sperabile fosse inquadrato, è stato derubricato da stalking a percosse e quindi con dei termini di presentazione della querela che nel primo caso non c’erano. Secondariamente, la querela è stata presentata il 13 giugno 2014 e di questo esiste un documento con la data al commissariato di Marghera. Vogliamo capire insomma secondo quale criterio si è deciso il non luogo a procedere. Ho chiesto un incontro al pm del caso e attendo di conoscere le motivazioni della decisione».
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