Picchia la fidanzata, arrestato un ventenne

San Donà. Le violenze duravano da due anni. La ragazza, minacciata, si è ritrovata con il naso rotto

Si erano messi assieme quando lei, una ragazzina italiana di San Donà, aveva appena 16 anni, e lui Shini Kejvin, albanese, aveva appena compiuto 18 anni. Dopo i primi mesi, lei aveva capito che il fidanzato era piuttosto manesco, ma lo giustificava: «Anch’io ho un carattere difficile e magari non faccio quello che mi chiede», raccontava B.V., 18 anni, alle amiche prendendo su di sè la responsabilità di ciò che accadeva, un meccanismo diabolico che spesso scatta anche in molte donne adulte, le quali non denunciano il marito o il fidanzato sentendosi assurdamente in colpa per le botte che prendono.

Dopo due anni, nei giorni scorsi, però la misura è diventata colma, anche perché qualche schiaffo e qualche spintone sono piano piano diventate vere e propri botte. Non solo, stando alle accuse, in uno dei suoi accessi d’ira, non solo l’aveva picchiata ma le aveva anche portato via il cellulare. Alla fine si è ritrovato con il setto nasale rotto e altre lesioni al volto per le quali il pronto soccorso ha formulato una prognosi di 50 giorni.

La violenza era aumentata ed erano arrivate anche le minacce: non doveva raccontare quello che accadeva tra loro, altrimenti erano altri pugni. Alla fine, stanca di prenderle e di essere minacciata (la goccia che potrebbe aver fatto traboccare il vaso deve essere stato quel telefonino strappato), ha deciso di denunciarlo e si è presentata nella caserma dei carabinieri di San Donà per raccontare tutto quello che aveva passato negli ultimi due anni, partendo dall’ultimo episodio, quello delle botte e del cellulare sparito.

I militari dell’Arma sono andati a prendere Kejvin e ieri il pubblico ministero di Venezia Fabrizio Celenza ha chiesto la convalida dell’arresto del ventenne albanese per reati gravi, stalking (atti persecutori), lesioni, minacce, rapina e resistenza al momento dell’arresto. Si tratta di accuse pesanti che, in teoria, potrebbero costargli sei mesi di custodia cautelare e una condanna ad alcuni anni di carcere il giorno del processo. Ma la sua giovanissima età e il fatto che in precedenza non abbia commesso altri reati potrebbero evitargli una lunga carcerazione. Naturalmente, dipenderà anche da quello che risponderà alle domande dei magistrati: sarà interrogato oggi stesso dal gip Giuliana Galasso, alla presenza del suo difensore, per ora gli è stato nominato d’ufficio l’avvocato Marco Vassallo, che sicuramente chiederà subito gli arresti domiciliari. Non sarà facile per lui difendersi dalle accuse di stalking, lesioni e minacce.

Giorgio Cecchetti

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