Picchia a sangue moglie e figli I carabinieri arrestano un 53enne

I militari hanno ricostruito un contesto familiare in cui le violenze duravano da almeno dieci anni La donna, minacciata e malata, non aveva trovato la forza di denunciarlo. Botte anche ai piccoli

MIRA. «Se chiami i carabinieri ti ammazzo». Le minacce arrivavano sempre, dopo le botte. Calci, pugni, a lei e anche ai figli, soprattutto il più grande, che si metteva in mezzo per cercare di difendere la madre: calci in faccia e pugni allo stomaco. Mercoledì sera i carabinieri della Tenenza di Mira hanno messo fine all’incubo, dando esecuzione a un’ordinanza di carcerazione richiesta dalla procura.

Un 53enne tunisino residente in Riviera è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e anche abuso di mezzi di correzione nei confronti dei figli. L’uomo è accusato di minacce e violenze nei confronti di tutta la famiglia. Una situazione di violenza che, come hanno ricostruito con dettaglio i carabinieri, durava da 10 anni. Un periodo nel quale la moglie, gravemente malata, umiliata e percossa, non era riuscita a trovare la voce per denunciare i soprusi che hanno riguardato anche i quattro figli della coppia: uno appena maggiorenne e tre minorenni, di 14, 13 e 9 anni. A dare il via alla indagini è stato un episodio accaduto l 26 dicembre del 2017 quando i carabinieri chiamati d’urgenza dai vicini di casa della famiglia hanno subito capito la gravità della questione: il figlio più grande era rientrato a casa per soccorrere la madre, violentemente picchiata dal padre, ed era stato a sua volta picchiato con un calcio in faccia. I carabinieri si erano trovati di fronte a dei bambini terrorizzati che cercavano il conforto della madre. La donna trova la forza di presentare denuncia, ma pochi giorni dopo - per paura - decide di ritirarla. I carabinieri procedono d’ufficio, ricostruendo a ritroso anni e anni di violenza, acquisendo le testimonianze di vicini e conoscenti, delle insegnanti dei ragazzi e dei referti medici ospedalieri che confermano un quadro aberrante fatto di violenze fisiche e svalutazione di ogni dignità umana, uno scenario di silenziosa violenza domestica che durava da anni. Violenza di cui l’uomo non ha voluto fare a meno nemmeno quando la donna si è gravemente malata. Tra i figli era la piccola e unica figlia femmina a dover subire le maggiori privazioni. Un quadro terribile quello ricostruito dai carabinieri, che hanno spinto il pm Giorgio Gava a chiedere subito un’ordinanza di custodia cautelare il carcere per l’uomo.

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