Piazzale Roma, il terminal dimenticato
Una torre alta 75 metri. Una «piazza» circolare con negozi e verde pubblico. E due piani distinti per la viabilità pedonale e quella di auto e bus. C’è un progetto nei cassetti del Comune che ridisegna piazzale Roma. Ripensandolo come un terminal moderno, sul modello degli aeroporti. Senza intralci tra i pedoni e i veicoli, con una nuova «centralità urbanistica» che lo potrebbe rilanciare al di là dei singoli interventi.
L’autore è l’architetto Franco Bortoluzzi, per anni dirigente dell’Urbanistica comunale, autore di progetti di livello come le nuove case nell’ex area San Marco a San Girolamo e il primo disegno del recupero della Certosa. Bortoluzzi è professionista stimato, veneziano doc. E ha deciso di donare alla città tre suoi progetti. Uno per realizzare nuovi appartamenti nell’area del cantiere Actv a Sant’Elena, per rilanciare la residenza nell’area di Castello est. Un altro per la Marittima, il terzo per piazzale Roma.
«Ma nessuno ha mai dimostrato interesse su questi temi», dice sconsolato, «si continua ad agire per punti, senza una visione strategica della città. Piazzale Roma è un luogo di importanza eccezionale, la giuntura tra città d’acqua e di terraferma». Progetto che affidato a professionisti esterni sarebbe costato al Comune qualche milione di euro. Carte e rilievi sono invece a disposizione a costo zero. «Se il nuovo sindaco è interessato sono pronto a spiegarglielo», dice Bortoluzzi.
La soluzione inventata dall’architetto è l’uovo di Colombo. Il nuovo piazzale si dovrà sviluppare su tre livelli, partendo dalla quota di riferimento della base di arrivo del ponte di Calatrava. Sotto, la viabilità pedonale, collegata al primo piano (un metro e mezzo sopra il livello zero) con scale mobili e tapis roulant. A tre metri e mezzo la viabilità dei veicoli a motore, in mezzo la piazza con negozi e uffici di servizio. Infine la torre panoramica, «moderno campanile» dove si accede con ascensori per gustare una visione panoramica della città.
«Un punto focale come sono San Marco e Rialto», dice Bortoluzzi, «ma anche una grande occasione economica». L’idea era stata sviluppata qualche anno fa, prima del tram e del nuovo hotel Santa Chiara. «Ma non c’è problema, si possono integrare facilmente», dice l’architetto, «dovremo dare significato complessivo ai vari terminal, anche i passeggeri del tram dovranno accedervi comodamente». 30 milioni il costo previsto per la realizzazione, che potrebbe essere coperto in parte dai privati. Tre gli accessi pedonali al nuovo piazzale, tutti coperti, dalla fermata Actv, Santa Chiara e i Tre Ponti. E soprattutto un obiettivo che decenni di studi e progetti che si sono susseguiti dopo la prima apertura del piazzale, nel 1933, non hanno mai raggiunto: la separazione del traffico veicolare da quello dei pedoni, causa di ingorghi e caos nel principale terminal di arrivo alla città». «Mi hanno chiesto di questo progetto in Europa, a Venezia no», dice Bortoluzzi, «abbiamo perso troppe occasioni di rendere bella e moderna la porta della città».
Nel frattempo singoli interventi, alcuni di pregio, altri meno, sono stati realizzati. Il ponte di Calatrava e il tram. il people mover per portare passeggeri dal Tronchetto e dalla Marittima, le nuove rotonde. le pensiline e la viabilità continuamente modificata, per seguire un grande progetto che non c’è. Come quello di Dixon, architetto americano vincitore del concorso della Biennale una quindicina di anni fa. Anche quello dimenticato nei cassetti.
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