Piazza trasparente a 10 metri d’altezza ecco la nuova stazione di Mestre del 2026

Presentato ieri il progetto finanziato dalle Ferrovie con 50 milioni di euro. Un “ponte” tra via Piave e Città Giardino



Cinquanta milioni di euro per dare un nuovo volto alla stazione di Mestre. E ricostruire il legame urbanistico tra Mestre e Marghera. Una piastra sopraelevata in vetro e acciaio, un passaggio pedonale e una piazza a dieci metri d’altezza. E poi negozi, bar, servizi. E intorno il nuovo sviluppo urbanistico già delineato con le due torri lato Mestre e la nuova via Ulloa verso Marghera. Tutto pronto per le Olimpiadi di Cortina del 2026. «È la città del futuro», esordisce raggiante il sindaco Luigi Brugnaro. Con lui a illustrare quello che adesso è un progetto sigillato dall’Accordo di programma, il Ceo dei Sistemi urbani delle Ferrovie Umberto Lebruto. Progetto che arriva a compimento dopo anni di dibattiti. «Mi prendevano in giro, dicevano che era impossibile...», attacca il sindaco, «invece eccoci qua, «oggi non presentiamo solo un collegamento e una nuova stazione. Ma la nuova dignità urbana di Mestre e Marghera. Scorrono sullo schermo le immagini del nuovo Parco Ferroviario, 21 mila metri quadrati che le Ferrovie hanno ceduto al Comune. «Ci faremo verde pubblico, adiacente al parco Piraghetto», spiega il sindaco, «e ci costruiremo una scuola». Poi c’è il progetto di via Ulloa, edifici e servizi e un nuovo albergo. Ci saranno altri alberghi anche sul lato Mestre? «No, al momento non è previsto», assicura Brugnaro. In realtà l’area già pullula di stanze e di casermoni, Tutti quasi vuoti dopo il virus. Il Consiglio comunale ha approvato la Variante che consente di adibire la torre privata verso via Cappuccina a uso ricettivo. Quella gemella di proprietà delle Ferrovie sarà venduta. «Ci saranno uffici e servizi», dice Brugnaro.

Il progetto della nuova stazione prevede intanto il rifacimento dell’ingresso. La sopraelevazione fino a 10 metri per arrivare a livello del nuovo «ponte». In mezzo, sopra ai binari, ci sarà uno slargo, quasi una piazza dove la gente potrà fermarsi a chiacchierare. «Una scommessa vinta», dice Brugnaro, «e una grande soddisfazione: la mia tesi di laurea da architetto l’ho fatta proprio sul recupero delle stazioni ferroviarie».

Lebruto cita Renzo Piano. «L’idea di un architetto non può essere solo formale. Ma deve essere sociale, scientifica, poetica».

Tutto questo secondo i progettisti delle Ferrovie dovrebbe essere la nuova Stazione di Mestre. Un luogo importante per i trasporti e gli interscambi, dove transitano 600 treni al giorno, di cui cento Frecce ad alta velocità. E 15 milioni di passeggeri, molti di più dei 12 del vicino aeroporto di Tessera.

La stazione sarà anche un luogo centrale della vita cittadina. Si potrà andare a piedi da via Piave alla piazza di Marghera, riunificando due parti della città. Coperture trasparenti in vetro, dettagli in acciaio. Scale mobili e ascensori per eliminare ogni barriera architettonica. Cento metri di lunghezza, 18 di larghezza.

«Vogliamo aprire due nuove porte, una verso Mestre, l’altra verso Marghera», dice il manager delle Ferrovie. La chiameremo Mum, Mestre unisce Marghera. La Città Giardino, il porto e via Ulloa finalmente collegate con la città di Mestre. E il recupero di una frattura storica».

Le stazioni di passaggio come Mestre sono sempre rimaste un punto quasi anonimo dove i passeggeri arrivano o aspettano il treno. Adesso diventerà un logo dell’unione tra le città.

«Un segno concreto che lasciamo ai giovani», dice Brugnaro, «con nuove possibilità di lavoro». Il sindaco ha poi ribadito il suo «no» alla ferrovia dei Bivi e il suo plauso all’opera del premier Giuseppe Conte. «Adesso i miliardi di euro che ha portato a casa dall’Europa dovremo spenderli bene». —

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