Piazza San Marco blindata ma non c’è il pienone da record

Circa ottantamila persone, meno del previsto, per il “Volo dell’Aquila” con Melissa Satta “Il signore del bosco” è la maschera più bella secondo la giuria presieduta da Eva Riccobono
Di Manuela Pivato
26.02.2017 Venezia. Il "volo" dell'Aquila Melissa Satta dal Campanile di San Marco. © Italo Greci
26.02.2017 Venezia. Il "volo" dell'Aquila Melissa Satta dal Campanile di San Marco. © Italo Greci

Tutti in Piazza, chi di buon mattino, chi dimenticando a terra uno zainetto (allarme subito rientrato), chi mettendosi in posa dopo ore di trucco sotto le Procuratie e tutti - almeno all’inizio - senza maschera. Anche ieri, soprattutto ieri, a fronte di un’altra invasione per il Volo dell’Aquila, i controlli delle forze dell’ordine sono stati serratissimi. Duecento agenti tra le varie forze dell’ordine, i cecchini sui tetti e un elicottero dal cielo hanno garantito la sicurezza nell’area marciana presa d’assalto da circa 50 mila persone, un po’ sotto la media.

L’Aquila Melissa. Un po’ titubante all’inizio, poi raggiante e benedicente la folla. Bella e soprattutto rock, Melissa Satta è scesa dal campanile sotto un tripudio di strati di jeans firmati Diesel.

I numeri. Cinquantamila, come si diceva, le presenze in Piazza San Marco, altre 30 mila quelle che hanno preferito stare lontano dalla folla e passeggiare lungo le Zattere, o visitare i musei. L’ultima domenica di Carnevale, normalmente la più “grassa” in tutti i sensi, ha visto 80 mila arrivi. Un numero un po’ inferiore rispetto a quello degli anni scorsi ma che, al contempo, ha lievemente allentato la pressione fortissima di sabato e quella ancora maggiore dello scorso fine settimana.

I controlli. Cinque i varchi d’accesso alla Piazza, con qualche ingorgo davanti a quello del Museo Correr e alla Torre dell’Orologio. Soddisfatto il questore Angelo Sanna, che spiega: «La gente ha capito e non protesta. Lì dove abbiamo visto che si creava attesa, abbiamo dirottato i turisti ai varchi più vicini».

Vigili urbani e Protezione civile. Gran lavoro anche per vigili urbani e protezione civile che, sin dal mattino, hanno istituito sensi unici all’inizio delle Mercerie e al ponte del Lovo per fare defluire le migliaia di persone in arrivo. La maggior parte era arrivata in treno, grazie anche alla dozzina di convogli speciali per la stazione di Santa Lucia.

La Piazza. Sotto il sole, la Piazza ha accolto i pendolari ma anche molti turisti arrivati dall’estero, soprattutto francesi e tedeschi. Al lavoro, sotto i loro occhi, gli artigiani della città.Qualche bambino si è perso ma è stato è prontamente riconsegnato ai genitori. Poi sono arrivati i Jalisse vent’anni dopo Sanremo- con una riedizione di “Fiumi di parole”, tra fiumi di gente che lasciavano la Piazza.

Il sindaco. In mantello ottocentesco il sindaco Luigi Brugnaro. «Mi sembra che tutto stia funzionando bene», spiega, «e, come si può vedere, funzionano anche le eccellenze dei nostri artigiani. Questo significa che la festa non è solo un momento economico ma anche di coinvolgimento della città. Troppa gente? È inevitabile che in certo momenti dell’anno la città sia piena, vedremo ora cosa possiamo fare per eventuali limitazioni e accessi prioritari. Venezia è una città da vivere in punta di piedi e da gestire con molta prudenza». Sul palco anche il prefetto Carlo Boffi, il direttore artistico Marco Maccapani (in Settecento), il comandante della Polizia municipale Marco Agostini, il delegato alla tutela della tradizioni Giovanni Giusto, l’assessore Michele Zuin, il presidente di Vela Piero Rosa Salva, il direttore Comunicazione ed Eventi Fabrizio d’Oria.

La maschera più bella. “Il signore del bosco”, creata da Luigi di Como, è la maschera più bella del Carnevale 2017. «Vengo a sfilare con una maschera diversa dal 1986», ha detto il vincitore, «non sfilo per vincere ma per esserci a questo Carnevale bellissimo e unico al mondo». Quaranta i costumi che ieri pomeriggio si sono fatti ammirare nella finalissima davanti alla giuria presieduta da Eva Riccobono. «La maschera vincitrice era tra le mie preferite fin dall’inizio per il suo messaggio dedicato alla natura nei confronti della quale l’uomo dovrebbe fare pace in questo mondo», ha detto Eva, «tornare a Venezia è sempre una gioia immensa per me, qui ho concepito mio figlio, a questa città sono legata da ricordi bellissimi e sono molto grata al direttore artistico Marco Maccapani per l’invito a esserci».

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