Piave, arriva il mercato spariranno le panchine
MESTRE. Nel sopralluogo degli assessori D’Este e Zaccariotto nel quartiere Piave si è tornato a parlare di panchine, con l’unica richiesta di toglierle per sottrarre spazi al degrado. In piazzale Olivotti alcuni residenti sollecitano di levare le sedute in marmo della fontana monumentale di Aricò, per allontanare senza fissa dimora e spacciatori. Ai giardini di via Piave verranno tolte per l’arrivo del mercato. Le sedute rovinate di piazzetta San Francesco saranno tolte perché sono tanto degradate che peggiorano la situazione. In piazzale Bainsizza sono sparite per togliere un punto d’appoggio ai pusher.
E non è un caso se la Casa dell’ospitalità mesi fa ha scelto proprio una panchina rossa come simbolo delle sue iniziative pubbliche.
Una sparizione di sedute che parte da lontano: da via Dante dove la giunta di centrosinistra intervenne alcuni anni fa con un progetto sociale che prevedeva di spostarle nei giardini condominiali, per farle adottare dai residenti, e di attivare Etam e servizi sociali per allontanare lo spaccio. Sono state spostate le panchine, ma i progetti sociali si sono interrotti per la caduta della giunta Orsoni e i successivi tagli ai progetti speciali del Comune decisi dal commissario. Poi l’azione dei privati in via Carducci e Felisati. Ora le panchine sono tornate nel mirino di cittadini infastiditi da microcriminalità e degrado. «Togliere le panchine è spesso una sconfitta sociale ma a volte è necessario», ammette l’assessore Zaccariotto. Ma c’è anche chi dice di no, come il presidente della Municipalità, Vincenzo Conte: «Basta, non si può intervenire togliendo le panchine dappertutto. Non è solo così che si risolve il problema del degrado in città. Le panchine sono luogo di socialità. Lo avrei detto ai cittadini che hanno incontrato gli assessori senza invitare la Municipalità che si è spesa tanto per il quartiere Piave». Non ne fa una questione ideologica Gianfranco Bettin, oggi presidente a Marghera, e che da assessore lavorò su via Dante: «Se serve per intervenire con un progetto vero, togliere una panchina può essere utile ma non è l’unica strada. La sconfitta non è spostare o togliere una panchina ma lasciare famiglie indifese di fronte a violenti e incivili, quando si sono tentate altre strade per impedire loro di nuocere. Io sono contento sia delle centinaia di panchine che ho messo che delle otto o dieci che ho spostato. E fanno bene gli assessori a pensare a progetti che prevedano il coinvolgimento dei cittadini attivi, ma vanno compresi i ragazzi del Loco».
Mitia Chiarin
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