Piante nell’acqua salsa a Malamocco: «Rischiano di morire»

A 15 giorni dall’acqua alta situazione critica. «Olmi, ontani, salici, pioppi e platani sono in pericolo»

MALAMOCCO. Uno specchio d’acqua salata ormai ristagnante, a distanza di due settimane da quei 187 centimetri di marea che hanno sommerso Venezia. Con il rischio, ormai quasi una certezza, che senza un inverno con piogge abbondanti in primavera resterà ben poco delle decine e decine di alberi e piante che ricoprono le migliaia di metri quadri di verde pubblico.

È la situazione in cui versa l’area della “Puntina”, a pochi passi dall’antico borgo di Malamocco, da ormai più di quindici giorni. Il terreno non drena, di interventi con le pompe nemmeno l’ombra, e così – complici le piogge degli ultimi giorni – si è ormai creata una piscina salata. Che, come spiega un tecnico forestale del Comune, potrebbe ormai aver bruciato, e quindi compromesso, le radici degli alberi.

«Alghe e vegetazione marina sono le uniche piante che resistono all’acqua salata», dice, «per fortuna in questi giorni le precipitazioni sono state abbondanti, ma non è detto che siano sufficienti».

Per verificare l’effettivo stato di salute delle piante, sarà necessario attendere fino alla prossima primavera. Di certo, il rischio che ci sia ben poco da salvare è alto. Olmi, ontani, salici, pioppi e platani: sono questi gli alberi che oggi occupano l’area della Puntina.

Specie poco adatte a sopportare ambienti eccessivamente umidi. Lo stagno d’acqua che si è venuto a creare nelle ultime due settimane, infatti, non consente alle radici di respirare e di rifornirsi di ossigeno. Compromettendo, così, il metabolismo cellulare degli alberi e dunque la stessa sopravvivenza. La concentrazione di sale della laguna, che la notte del 12 novembre ha superato i 150 metri di argine del belvedere di Malamocco, ha fatto il resto.

«Bisognerebbe risolvere il problema del ristagno idrico», spiega il tecnico del verde pubblico, «anche se ormai dopo venti giorni il danno è già fatto. Di sicuro ci saranno conseguenze, perché oltre al soffocamento dell’acqua, anche il sale avrà agito in profondità bruciando le radici delle piante». Della situazione dell’area della Puntina, si dice preoccupato anche il Caal (comitato ambientalista altro Lido) che negli ultimi mesi aveva seguito da vicino lo smantellamento ad agosto scorso del cantiere usato per lo sbarco e imbarco di materiali edili che per quindici anni ha occupato l’area. La devastazione di terreno e vegetazione, infatti, rischia di compromettere l’opera di riqualificazione dello spazio verde di Malamocco, proposta dalle associazioni lidensi e promessa dalla stessa amministrazione comunale. Sul modello di Sant’Elena, con panchine e giochi. —

Eugenio Pendolini


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