Piantagione di bambù da record a Portogruaro
PORTOGRUARO. Parli di bambù e la mente va alle estese piantagioni della Cina o dell’India. Pochi sanno che nelle campagne del Portogruarese sta sorgendo il più grande bambuseto d’Europa. Ben 84...

CARRAI - DINO TOMMASELLA - FOSSALTA DI PORTOGRUARO - COLTIVAZIONE DI CANNA D'INDIA - PESARESI STEFANO IDEATORE DEL PROGETTO
PORTOGRUARO. Parli di bambù e la mente va alle estese piantagioni della Cina o dell’India. Pochi sanno che nelle campagne del Portogruarese sta sorgendo il più grande bambuseto d’Europa. Ben 84 ettari di terreno seminati con piantine di bambù. Il blocco maggiore, 57 ettari, è ad Alvisopoli, mentre 19 sono in Brussa e 8 in zona Fossalato. «Dimensioni molto importanti, visto che parliamo di un tipo di coltivazione ancora relativamente nuova per l’Italia», commenta Stefano Pesaresi, che nel 2015 ha raggruppato un po’ di persone con cui, dopo aver costituito delle società, ha avviato il progetto.
Un’idea nata dopo aver ascoltato in alcune conferenze le grandi opportunità offerte dal bambù, dai germogli al legname. Adesso Stefano Pesaresi è diventato “area manager” per il Veneto e il Friuli del Consorzio Bambù Italia, presieduto da Fabrizio Pecci, che del progetto di importare la coltivazione di questa pianta in Italia è stato un precursore.
«Stiamo parlando di una pianta che ha 1.500 tipi di applicazioni certificate. Sono stati contati più di 6 mila prodotti fatti oggi con il bambù», spiega Stefano Pesaresi, «è una materia prima che, dalla cellulosa all’alimentazione con i germogli fino al farmaceutico, si presta bene in moltissimi settori. Inoltre è una materia prima assolutamente pulita. È una coltura che non vuole sostanze chimiche, essendo una graminacea. E, una volta cresciute, le piante diventano una foresta sempre verde. Un polmone naturale che assorbe circa il 50 per cento in più di anidride carbonica rispetto a qualsiasi altra pianta e rilascia il 30 per cento in più di ossigeno».
Peraltro il bambù è un po’come il maiale: non se ne butta niente, visto che gli scarti diventano pellet. Coltivarlo è semplice, solo nei primi anni richiede qualche attenzione in più. A breve un’altra piantagione sarà avviata in Friuli, per 16 ettari, a una trentina di chilometri da Alvisopoli. Le piantine messe a dimora nel Portogruarese, invece, hanno circa un anno e quattro mesi di vita. Pesaresi e suoi collaboratori nei campi, tra cui Giovanni Friso e Mario Ferrari, ne stanno seguendo la crescita, in vista del primo raccolto di germogli che avverrà nella primavera del 2019. Al quinto anno dalla semina s’inizieranno a raccogliere anche le prime canne per il legname, per poi andare a pieno regime nel raccolto tra il sesto e il settimo anno di vita della piantagione. Ma quanto si guadagna a coltivare bambù? Parliamo, a regime, di un rendimento netto di circa 50 mila euro l’anno per ettaro. A fronte di un investimento, negli anni iniziali, tra i 16 e i 25-30 mila euro, a seconda delle variabili come l’estensione o l’eventuale affitto del terreno.
Giovanni Monforte
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