Pianon in pensione. «Lavorerò ancora»
Dopo quarant’anni passati nelle corsie degli ospedali veneziani, va in pensione questa settimana Carlo Pianon, storico primario del reparto di Urologia ora all’Ospedale di Mestre. Una figura conosciuta e apprezzata, arrivata nel vecchio Umberto I nel 1973, quando la sanità per certi versi era anche terreno di pionieri, prima che ci fosse la grande rivoluzione offerta dalla tecnologia tra sonde e laser di ogni genere. In questo arco di tempo, l’Unità operativa ha introdotto, primo e unico centro in Veneto, la brachiterapia del carcinoma prostatico (in collaborazione con radioterapisti), e il trattamento endoscopico con laser delle piccole neoplasie vescicali e nella iperplasia della prostata. Tuttora il reparto è centro di riferimento regionale per le disfunzioni sessuali maschili e femminili. Ma punto di riferimento anche per altre attività nelle quali proprio il dottor Pianon ha saputo distinguersi nel corso degli anni.
«Ho studiato a Padova, e quando sono arrivato a Mestre di medici ce n’erano pochi, e molto si doveva ancora costruire sotto il profilo della tecnologia e delle terapie», racconta il medico nativo del centro storico. «Sono stato davvero fortunato, perché l’influsso delle nuove tecnologie ha toccato molto il mio settore, e perché le varie gestioni aziendali hanno sempre assecondato le mie richieste, permettendo alla mia unità di crescere e offrire terapie nuove e all’avanguardia come poche altre in Italia. Siamo riusciti ad utilizzare gli endoscopi ancor prima dei centri universitari, i primi ad applicare il laser per rom-pere i calcoli, senza contare che ho spinto molto anche io per la multidisciplinarietà negli interventi chirurgici, arrivando a farne alcuni di molto complessi che hanno coinvolto numerosi medici e specialità».
Pianon non ha voglia però di mollare. «Collaboro con due centri a Padova e Monastier, e con due ambulatori, vado in pensione perché lo dice la legge, ma sento che ho ancora molto da dare per aiutare le persone e per mettere a disposizione la mia esperienza. E poi, forse, andrò anche a operare negli Emirati. Mi è arrivata una richiesta da Dubai».
Parole di elogio arrivano quindi dal direttore generale dell’Asl 12, Giuseppe Dal Ben. «Oltre all’ottimo lavoro svolto a favore dei pazienti dal dottor Pianon, mi piace ricordare che uno dei punti di forza del suo operato sia stata la multidisciplinarietà. Il reparto di Urologia lavora a stretto contatto con oncologi ma anche ginecologi, radiologi, cardiochirurgi e chirurghi vascolari. Si tratta di un’eredità importante per l’Ospedale dell’Angelo. Sono certo che il successore di Pianon, la cui nomina è prossima, sarà proseguire su questa strada».
Simone Bianchi
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