Piano regolatore, assegnato l’appalto
A quasi cento anni dalla nascita (1917), il porto lagunare di Venezia ridisegna il suo assetto urbanistico, insieme a quello di Chioggia e ripianifica il suo sviluppo alla luce dei grandi cambiamenti avvenuti nell’ultimo secolo e delle nuove frontiere della logistica globale, dell’industria e delle infrastrutture.
Il traffico di petroliere non c’è più e quello legato alle grandi industrie siderurgiche, chimiche ed energetiche che all’inizio del secolo era il core business del porto, si è fortemente ridimensionato, liberando aree industriali che aspettano da troppo tempo una rigenerazione ambientale, economica e occupazionale con un’orizzonte temporale proiettato sul 2030, quando saranno completati i nuovi corridoi europei dei trasporti, e al 2050, quando saranno completati gli investimenti dell’Unione Europea e bisognerà ridurre le emissioni di anidride carbonica nei trasporti del 60%.
Malgrado la catena ininterrotta di chiusure delle grandi industrie chimiche e siderurgiche degli ultimi anni, a Porto Marghera sono ancora attive (i dati sono dell’Ente Zona e risalgono al 2014) 1.034 aziende, che occupano complessivamente 13.560 addetti, delle quali 113 appartengono al settore manifatturiero (il 14% del totale delle imprese insediate) e impiegano 4.011 addetti, mentre logistica e trasporto contano 182 imprese (23,3% del totale) e un totale di 1.731 occupati (il 17,2%).
Dopo la chiusura del bando di gara internazionale da un milione e mezzo di euro - pubblicato nello scorso settembre - l’Autorità Portuale di Venezia ha assegnato ieri, in via provvisoria, il compito di redigere il nuovo Piano Regolatore Portuale, comprensivo della Vas (la Valutazione ambientale strategica) ad un raggruppamento di imprese specializzate. Si tratta di cinque società qualificate e certificate: la genovese D’Appolonia spa (specializzata in servizi integrati di ingegneria nei settori dell'ambiente, dell'energia, petrolifero e delle infrastrutture); la società olandese, con sede nel grande porto di Rotterdam, “Maritime and Transport Business Solution (Mtbs)”, esperta in finanza e business imprenditoriali nel settore marittimo, terminal e vie navigabili; la società di ingegneria Acquatecno srl di Roma che opera da trent’anni nel settore delle opere marittime e dell’ambiente; la Studio milanese dell’architetto e urbanistica Paola Viganò che insegna allo Iuav; infine, la Rina Service spa che sviluppa e offre servizi di classificazione navale, certificazione, verifica di conformità, ispezione e “testing”.
Entro la fine di febbraio verranno eseguiti tutti i passaggi formali per l’aggiudicazione definitiva del bando di gara, dopo di che comincerà la predisposizione del piano regolatore di tutta l’area demaniale, della laguna e di tutte le macroisole di Porto Marghera: un’area amplissima (l’estensione della laguna di Venezia è di 55 mila ettari), servita da tre bocche portuali, San Nicolò di Lido, Malamocco, Chioggia; a queste fanno capo tre distinti bacini lagunari, separati, nella funzionalità del regime idraulico, da riconoscibili spartiacque.
Da marzo prossimo comincerà la redazione del nuovo Piano regolatore urbanistico del Porto e della Valutazione ambientale strategica, sulla base delle “linee guida” già delineate e approvate dall’intero Comitato portuale e inizieranno anche le verifiche e consultazioni dell’Autorità Portuale con Comune, Città Metropolitana di Venezia, Regione e ministero delle Infrastrutture.
Nel frattempo il pool delle cinque società che hanno vinto il bando di gara metteranno al lavoro ingegneri, economisti, cartografi ed esperti ambientali che saranno chiamati a mettere a punto un nuovo piano regolatore capace di delineare un porto all’altezza delle esigenze del mercato europeo e mondiale.
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