Piano delle Vaschette Entro il 10 luglio altri due edifici giù

Alle demolizioni seguiranno le bonifiche e le ristrutturazioni Ieri l’incontro tra mezza giunta e la Municipalità di Marghera
Di Francesco Furlan
Il degrado nella zona delle Vaschette a Marghera.
Il degrado nella zona delle Vaschette a Marghera.

MARGHERA. I prossimo edifici a venire giù, entro i primi dieci giorni di luglio, saranno nell’area di via Murialdo ai civici 26-89-91, e a seguire, mano a mano che saranno trovati gli accordi con gli inquilini che devono lasciare gli appartamenti - si sta ancora trattando con sette famiglie, delle quali quattro residenti - si procederà alla demolizione dei palazzi ai civici 93-95-97-99. Dopo la firma dell’accordo di programma con la Regione, arrivata una decina di giorni fa, ieri si è riunito il gruppo di lavoro sulle Vaschette per prendere in esame il piano di riqualificazione che prenderà il nome di Porta Sud di Marghera. Un incontro al quale c’era praticamente mezza giunta (con il vicesindaco Simionato gli assessori Ferrazzi, Bettin, Bergamo e Filippini) oltre alla delegazione della Municipalità, con in testa il presidente Flavio Dal Corso. L’ambizioso intervento della Porta Sud, fino a qui portato avanti dall’ex assessore Micelli, riguarda un’area di circa 30 ettari, compresa tra le vie Beccaria (Nord) Bandiera (Est) Bottenigo (Sud) e dell’Avena (Ovest) e che porterà alla realizzazione, come si vede nella mappa qui a lato, di nuovi alloggi residenziali che in parte saranno venduti e in parte affittati, di nuovi spazi per uffici e negozi, di un grande parcheggio d’accesso alla città. Tuttavia le ruspe, prima di essere accese per costruire, dovranno essere usate per demolire i degradati edifici rimasti in piedi, meta di senzatetto e spacciatori. Con la firma dell’accordo di programma, come spiega Simionato, «possiamo procedere con gli atti notarili necessari per chiudere con le famiglie che hanno lasciato gli alloggi in cambio di altri». E anche se l’Accordo di programma è ora nelle fasi delle osservazioni, e presentabili fino al primo luglio, è già possibile procedere con le demolizioni. Il Comune ha pubblicato il bando di gara per le demolizioni, che si chiude il 17 giugno: poi si passerà alle demolizioni dei primi due palazzi (i civici 26 e 89-91) al massimo, dice Simionato, entro i primi dieci giorni di luglio. A seguire dovrà esserci l’intervento di bonifica, il cui piano è ora al vaglio della Regione, e infine si potrà mettere mano, con i 3,9 milioni di euro del Piano Città, alla sistemazione degli alloggi popolari: un centinaio tra gli oltre 350, tutti realizzati tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, che si trovano nelle vie del Lavoratore, Correnti, della Rinascita e don Orione. I soldi del Piano città arriveranno solo dopo la firma, a Roma, della convenzione, progressivamente con lo stato di avanzamento dei lavori. Per vedere parcheggi, alloggi, negozi e uffici, bisognerà quindi aspettare ancora un po’. «È l’inizio della riqualificazione» dice l’assessore Filippini, mentre per Dal Corso «l’importante è che si faccia presto nelle demolizioni, così da dare un segnale importante alla città». I rappresentanti della delegazione di zona hanno chiesto tempi certi, dopo che anche mesi scorsi il Comune aveva annunciato imminenti demolizioni. La firma dell’Accordo di programma ora permette di accelerare, quanto meno sul fronte delle trattative con le sette famiglie e delle demolizioni.

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