Piano assunzioni, più posti che candidati
Ci sono più posti disponibili che candidati sulla piazza: è il paradosso che si sta creando in queste ore d’applicazione della cosiddetta fase C del Piano straordinario delle immissioni in ruolo previsto dal Governo Renzi. Per ciò che riguarda le scuole veneziane il piano prevede un potenziamento dell’organico di 646 posti di cui 563 comuni (elementari, medie e superiori) e 83 di sostegno.
L’ultima fase della riforma per la stabilizzazione dei precari porterà dal prossimo primo dicembre - e questa è, se pur con qualche distinguo, una bella notizia per tutti - tra i 3 e i 7 docenti in più, a seconda delle situazioni, in quasi tutte le scuole della città e della provincia. Il potenziamento è di 236 docenti per le scuole elementari, di 71 per le medie e di 256 per le superiori, oltre agli 83 nuovi posti per il sostegno. Il paradosso di queste ore - al centro di colloqui tra il Miur e gli uffici scolastici regionali - nasce dal fatto che non ci sono abbastanza docenti da reperire tra quelli che, entro lo scorso 14 agosto, così come previsto dalla legge, hanno presentato domanda per candidarsi alle fasi delle assunzioni, correndo anche il rischio di essere destinati a centinaia di chilometri da casa in caso di non disponibilità nella Regione di appartenenza. Secondo i primi calcoli dell’Ufficio scolastico regionale nelle scuole del Veneziano rimarranno scoperti almeno 180 posti tra quelli comuni e ben 79 tra quelli di sostegno dal momento che i candidati abilitati sono solo 4. Il totale quindi è di 259 posti scoperti su 646 totali.
E questa è solo la base di partenza dal momento che i destinatari della proposta di assunzione hanno tempo fino al 20 novembre per decidere se accettare o rifiutare l’assunzione a tempo indeterminato. Perché potrebbero dire no? Ad esempio perché in questi anni, pur restando iscritti alla graduatorie, hanno trovato un altro impiego oppure perché non hanno intenzione di fare centinaia di chilometri per trasferirsi da Caserta a Venezia. Stando ai dati diffusi ieri dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a meno di 48 ore dall'invio delle proposte di assunzione «ha già detto sì circa il 60%» dei quasi 49 mila insegnanti convocati.
Coloro che hanno accettato, o lo faranno nelle prossime ore, inizieranno a lavorare dal prossimo primo dicembre, con l’eccezione di chi nel frattempo ha ottenuto una supplenza lunga che potrà rinviare l’ingresso nella nuova scuola al prossimo settembre. E con i 259 posti che rimarranno scoperti come ci si comporterà? Nominando dei supplenti probabilmente pescandoli dalle graduatorie di ogni singolo istituto. È questo il nodo che si sta cercando di sciogliere in queste ore di riunioni una in fila all’altra: precisazioni da parte del Miur sono previste tra oggi e domani. Sui posti scoperti la situazione più complicata riguarda le scuole elementari dove ci sono 82 candidati a fronte di 236 posti: oltre 150 posti saranno dati supplenti. Dal primo dicembre? Se si farà in tempo. Altro nodo riguarda le funzioni degli insegnanti assunti che, essendo extra-curricolari, saranno utilizzati per potenziare l’offerta formativa con specifici progetti didattici ma - accusano i sindacati - rischiano di fare tappabuchi per colmare le supplenze brevi, ad esempio, per la malattia di un collega.
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