Petroven, gasolio rubato Altri 5 patteggiamenti

In totale comminati cinque anni a Scattolin, Simionato, Asti, Tessari e Ferro Attribuiti alla “cricca” furti di carburante per un milione, minacce e violenze
Petroven, via dei petroli, Marghera
Petroven, via dei petroli, Marghera

Altri cinque patteggiamenti nell’inchiesta sui furti di gasolio alla Petroven. Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo Vicinanza - pubblico ministero Paola Tonini - hanno trovato un accordo sulla pena Graziano Scattolin, 48 anni, di Marcon, che ha patteggiato un anno di reclusione e 270 euro di multa, Sergio Simionato, 59 anni, di Scaltenigo, undici mesi e 10 giorni di reclusione oltre a 260 euro di multa, Marino Asti, 59 anni, di Mirano, undici mesi e 10 giorni e 260 euro di multa, Davide Tessari, 46 anni, di Mira, che ha patteggiato undici mesi e 10 giorni di reclusione oltre a 260 euro di multa e Sereno Ferro, 42 anni, di Mira, un anno e tre mesi di reclusione e 800 euro di multa. Per tutti pena sospesa e non menzione.

Si chiude così un altro capitolo della complessa inchiesta conclusasi con 10 arresti e 14 indagati per furti alla Petroven, minacce e violenze. Secondo l’accusa, infatti, la “cricca” aveva rubato gasolio per oltre un milione di euro, inviato lettere esplosive ai dirigenti di Petroven di Marghera e pestato un camionista perché secondo loro aveva fatto l'infame e raccontato dei loro loschi traffici. Coinvolti nell’inchiesta alcuni dipendenti dell'azienda di Porto Marghera, un ex sindacalista Cgil, dei camionisti, un pugile dilettante e alcuni benzinai. Tra gli indagati anche un odontotecnico mestrino. A smantellare la “cricca” sono stati gli agenti della Digos diretti da Enzo Gaetano e il sostituto procuratore Paola Tonini che aveva coordinato le indagini.

Le indagini erano iniziate nel gennaio 2011, dopo l'invio ai vertici dell'azienda che gestisce in via dei Petroli 14 a Marghera uno dei più grandi depositi di carburanti d'Europa, di lettere incendiarie. Tre plichi contenenti polvere pirica che all'apertura avrebbero azionato un meccanismo di innesco a sfregamento. Per disinnescarle erano intervenuti anche gli artificieri.

Le indagini hanno consentito di stabilire che le lettere riguardavano Claudio Pepe e Antonio Lenti, presidente e direttore di Petroven e il responsabile tecnico dello stesso stabilimento Giuseppe Russo, già vittime in passato di alcune minacce. Gli agenti hanno scoperto ben presto che le minacce non erano collegate a tensioni in ambito lavorativo. Gli investigatori, invece, si erano trovati davanti ad un sistema collaudato di furto di carburanti compiuto da dipendenti infedeli, autotrasportatori, benzinai compiacenti e altre persone che ricettavano il prodotto sottratto. Nel corso delle indagini era stato riscontrato all'interno del deposito il furto sistematico di intere autocisterne di gasolio, numerosi episodi di rabbocco e sistemi di frode finalizzati a caricare nell'autocisterna prodotto che non veniva registrato dal sistema elettronico dell'erogatore.

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