Pet Therapy, il bambino potrà curarsi negli Usa: via libera al suo cagnolino

Il bimbo del Sandonatese ha due anni ed è ricoverato in un ospedale in California,per una tetraparesi spatica. L’animale negli Usa solo quando avrà quattro mesi

SAN DONA'. Al compimento del quarto mese potrà volare negli Usa il cagnolino per la pet therapy di un bimbo della provincia di Venezia, disabile dalla nascita.

Il consolato Usa ha risposto a Luciano Falcier, ex senatore di Fossalta di Piave e amico della famiglia del piccolo, che si era interessato per il viaggio e le pratiche. Il cucciolo di Golden Retriver, il cui nome è “Happy”, trovato in un allevamento dell’Emilia Romagna, era stato bloccato all’aeroporto Marco Polo a causa delle severe leggi americane che impongono almeno i 3 mesi ai cani per entrare negli Usa, e con l’antirabbica.

Ecco Olivia, il cane che aiuta i malati a stare meglio

Il cane al compimento dei tre mesi dovrà fare l’antirabbica in Italia, poi ci sarà un periodo di quarantena e potrà partire. Il bambino ha due anni ed è affetto da tetraparesi spastica e il suo futuro dipende ora da un cagnolino che non lo può raggiungere subito negli Usa per una pet therapy mirata.

Riccardo, questo il nome del bimbo, è ricoverato in una clinica specializzata negli Stati Uniti, in California, alla “Anat Baniel Methode Center” di San Rafael, dove i genitori lo hanno accompagnato sperando in un recupero. Per curare questi casi utilizzano un metodo che prevede connessioni neuronali, secondo un approccio olistico alle funzioni umane basato sul movimento. La dottoressa Baniel è considerata un luminare in questo approccio dolce. La presenza del cagnolino viene considerata essenziale attraverso il gioco e il movimento dolce, la presenza affettuosa e rassicurante del cane appositamente allevato.

Il commovente incontro tra Nancy e Giovanni

«I genitori hanno trovato il cagnolino in questo allevamento in Emilia», spiega Falcier, «io e Giuseppe Moro, pensionato alla Save, ci siamo informati per capire quali fossero gli ostacoli anche al consolato Usa. La disponibilità della Save è stata massima, dai capi scalo fino alle compagnie aeree che si sono rese disponibili. Rispettati gli standard per la gabbietta, previsto un accompagnatore per il cane in modo che potesse viaggiare assieme alle persone sui sedili appositi».

Falcier era disposto a scrivere anche al presidente Donald Trump. In Italia non esistono cliniche che applichino questo metodo e anche gli studi della dottoressa Baniel sono poco conosciuti, a differenza degli Stati Uniti e del Medio Oriente dove sono utilizzati con successo. «La soluzione è stata trovata, il cagnolino partirà», precisa Falcier, «quando avrà quattro mesi e tutti i vaccini richiesti. Ora ci siamo interessati in Regione, perché queste cure siano riconosciute e garantite anche in Veneto e in Italia. La famiglia ha un sostegno economico, ma i costi sono elevatissimi e se il metodo di cura fosse applicato anche da noi allevieremmo di molto costi e disagi per le famiglie».

 

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia