“Pesci volanti” avvistati in laguna
Pesci volanti in laguna. Per i pescatori non è un fenomeno del tutto nuovo, alcune specie sono presenti da sempre nelle aree vicine al mare. Ma negli ultimi giorni gli avvistamenti si sono moltiplicati, anche in aree interne. Si sono moltiplicate le segnalazioni su Facebook. E i biologi del Museo di Storia naturale hanno lanciato l’allarme. «Fenomeno da studiare attentamente», dice Mauro Bon, biologo e faunista del museo, «ci hanno mostrato le foto, sono proprio pesci volanti». «Spettacolo meraviglioso e inquietante insieme», commenta l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, «che testimonia della marinizzazione della laguna, a cui sta succedendo qualcosa di radicale che ne sta mutando le caratteristiche». Lanciato l’allarme, Bettin consiglia prudenza. «Certo dovremo fare le opportune verifiche», dice, «stabilire la provenienza di questi pesci. Potrebbero essere arrivati da qualche peschereccio, o entrati in laguna provenienti dal mare aperto».
Il maggior grado di salinità dell’acqua della laguna insieme alle correnti sempre più forti, risultato del mutamento del clima e anche dei grandi lavori in laguna, provocano presenze insolite. Soprattutto nell’area del canale dei Petroli, dove l’erosione è massima, la laguna si va trasformando, come denunciano inascoltati da anni gli ambientalisti, «in un braccio di mare». I vecchi pescatori ricordano come numerose siano le specie avvistate – e pescate – in laguna. Il pesce angelo, unico pesce che emette qualche gemito, e vari esemplari di pesci con le ali, che in realtà sono pinne più sviluppate che permettono al pesce di saltare fuori dell’acqua per fuggire ai predatori. Ma adesso, dicono al Museo di Storia naturale e all’Osservatorio della laguna, gli incontri si sono fatti più frequenti. I pesci, dal corpo affusolato e le ali grandi, sono stati avvistati anche a Marghera e in Canal Salso, alla Giudecca, in laguna centrale. Colpa della temperatura dell’acqua in costante aumento, dell’habitat modificato e delle correnti. «A breve pubblicheremo uno studio su questi fenomeni opera del biologo Luca Mizzan», dice Bettin. «Queste nuove presenze come quelle della foca avvistata questo agosto nei canali di Venezia va studiata a fondo». Anche in quell’occasione furono in molti gli scettici. Foca forse confusa con un grosso roditore. Ma anche qui i biologi sono certi. «Abbiamo avuto riscontri oggettivi e molte foto», dice Bettin. Un cambiamento climatico che influisce sicuramente sulla fauna lagunare e introduce flora di tipo tropicale, come le alghe avvistate nell’estate scorsa. Adesso tocca ai pesci volanti. In genere abituati a popolare mari profondi e acque molto saline. Adesso avvistati numerosi in laguna. Un luogo che da secoli viene conteso tra il mare e i fiumi. Con il rischio di interrimento provocato dai detriti alluvionali – che formarono milioni di anni fa la pianura padana – e il rischio di essere invasa dal mare. «Adesso il rischio maggiore sembra proprio questo», dice Bettin, «e va fatta una riflessione, occorre studiare con attenzione lo scenario dell’Alto Adriatico».
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