Personale decimato alla Motorizzazione di Mestre: ore di coda solo per avere il numero

L’odissea quotidiana delle centinaia di utenti del servizio. I sindacati chiedono di potenziare il numero di dipendenti 

MESTRE. Tempi di attesa molto lunghi, tutti in coda per prendere il numerino, salvo poi sentirsi dire che i numeri sono finiti e quindi è meglio tornare la prossima volta.

E’ critica la situazione alla Motorizzazione civile di Mestre, lungo il Terraglio, dove le misure anti-Covid hanno reso ancora più difficile la gestione della struttura dove c’è il 50% del personale in meno rispetto a quanto sarebbe previsto. Martedì sono state molte le proteste degli utenti. «Martedì sono stata in coda nella speranza di ricevere il numerino e poter entrare», racconta una utente che doveva sbrigare una pratica per l’auto, «l’apertura è dalle 8.45 alle 11.45 ma non tutti hanno la fortuna, per così dire, di poter accedere al servizio. Martedì era la terza volta che ci provavo nell’ultimo mese, e non sono l’unica.

Ad un certo punto è uscito un impiegato a dire che quelli che erano in fila per il numero patenti dovevano tornare a casa, perché i numeri erano finiti. In più chi si mette in coda per la pratica di un natante, dopo aver fatto la coda scopre che l’ufficio navigazione è chiuso. Io, dopo due ore di attesa, sono riuscita a concludere la mia pratica per il veicolo, ed era la terza vola che ci provavo».

Due gli sportelli aperti, uno per le patenti e uno per i veicoli. Persone che si presentano davanti agli uffici alle 7 del mattino per essere sicuri di aver il posto. Una situazione critica, come confermano anche i sindacati, che a fine anno avevano lanciato l’allarme sulla carenza del personale, invitando la politica a farsi carico del problema: negli ultimi tre anni il personale è calato fino al 50%. Con una trentina di dipendenti costretti a fare tutto. Dipendenti che, oltre alle attività ordinarie d’ufficio, garantiscono anche i servizi esterni come le ispezioni, i titoli professionali, i collaudi e gli esami patenti, che nel 2019 sono stati 23mila.

«I dipendenti fanno quello che possono», spiega Franca Vanto, della Cgil Funzione pubblica, «ma per la Motorizzazione civile stiamo parlando di un problema strutturale, non di carenze legate a ferie, malattie o smart working. Il personale non ce la fa più neppure a gestire l’ordinaria amministrazione, per questo abbiamo chiesto ai consiglieri regionali tutti di farsi carico del problema, e di segnalarlo a Roma, da dove possono intervenire almeno per tamponare la situazione».

Anche se per ora appare difficile pensare a nuovi assunzioni tramite concorsi, secondo le organizzazioni sindacali la strada sarebbe quella dell’interpello, per capire se c’è qualcuno che, da altre amministrazioni pubbliche, possa essere interessato a spostarsi alla Motorizzazione civile, ad esempio per avvicinarsi a casa.

«La Motorizzazione veneziana è come una barca alla deriva», dice ancora Vanto, «nessuno se ne sta occupando». Secondo Marco Palma, rappresentante dell’associazione delle autoscuole, bisognerebbe «a livello ministeriale spingere di più sulla digitalizzazione delle pratiche, in modo che anche gli utenti privati, come noi, possano istruire almeno parte delle pratiche o delle richieste direttamente da casa, andando poi in sede solo per la fase finale, che quindi impegnerebbe gli uffici per un tempo minore. Qui a Mestre il direttore sta facendo il possibile per garantire tutti i servizi». —


 

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