«Persi quei 65 mila euro di Ici»
«Si possono considerare persi i 65 mila euro di mancata Ici non versata». Parla così il sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, intervenendo sulla truffa emersa nei giorni scorsi di Tributi Italia. Il suo è uno dei Comuni truffati ed era da qualche anno che si sapeva come quei soldi non fossero mai stati girati all’Erario. Era il 2009, quando Scorzè si accorse che i conti non tornavano e la sua concessionaria – all’epoca San Giorgio Srl poi divenuta Italia Tributi Spa – non aveva versato la somma dovuta, circa 65 mila euro. Era partito un contezioso per 200 mila euro, con il Comune che aveva chiesto il risarcimento. «Ma quando Tributi Italia fallisce», continua Mestriner, «e facciamo immissione al passivo, il giudice ci ammette solo per i 65 mila euro e non ci riconosce il resto. Poi si è scoperto come la società non avesse nulla e quei soldi non ci arriveranno mai».
Ma la polemica è aperta. «La maggioranza faccia il mea culpa», dice Giuliano Zugno del Pd, «e la decisione di affidarsi alla San Giorgio, era stata criticata da noi. Era una società sconosciuta, quando serviva un rapporto diretto con gli uffici comunali per un tributo. Abbiamo presentato interrogazioni e fatto presente le difficoltà nel far controllare le cartelle e le operazioni». Ma Mestriner non ci sta.
«Il provvedimento», replica, «è stato preso prima del mio arrivo, con la giunta Caverzan, ed era stato fatto un appalto pubblico, che prevedeva l’estensione all’accertamento dell’Ici, come poi si è fatto. I primi anni non c’erano stati problemi, tre anni fa, invece, ci siamo accorti che qualcosa non andava, con ritardi e casi di errori di accertamento. Abbiamo fatto subito diffide e un esposto alla Corte dei Conti. La magistratura doveva muoversi prima».
Alessandro Ragazzo
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