Permessi di soggiorno “facili”: patteggiano altri due poliziotti

Accordo sulla pena per Riccardo Chiumento (4 anni) e Michele Damo (due anni) 

JESOLO. I poliziotti coinvolti nel giro delle mazzette per i permessi di soggiorno a Jesolo hanno raggiunto l’accordo con il pubblico ministero di Venezia Stefano Buccini per patteggiare la pena. Così, anche due degli stranieri che hanno ottenuto i permessi grazie alle bustarelle, un bengalese e un sudamericano. Mentre gli altri 23 indagati, tutti immigrati di varie nazionalità, affronteranno l’udienza preliminare che è iniziata ieri davanti al giudice lagunare Marta Paccagnella, che ha rinviato il tutto al 22 febbraio per permettere alle parti di concludere l’accordo sulle pene. Uno dei tre poliziotti, il sovrintendente della Polizia scientifica del Commissariato Denis Gobbato ha già patteggiato quattro anni e otto mesi di reclusione nel 2014, ma ieri c’era anche lui per altri episodi che probabilmente gli costeranno altri due mesi di carcere. Quattro anni e qualche mese anche per l’altro poliziotto, Riccardo Chiumento, mentre per Michele Damo sono due anni la pena su cui è stato trovato l’accordo. Per tutti il reato è quello di corruzione, mentre Damo, difeso dall’avvocato Rodolfo Marigonda, è già stato assolto da un reato più pesante, quello di concussione.

La vicenda, che vede coinvolti i tre poliziotti, era venuta a galla nell’estate 2013, quando i tre erano stati arrestati per un giro di mazzette legate ai falsi permessi di soggiorno. Permessi falsi per cinesi, bengalesi ma anche per trans colombiani con i quali i poliziotti avevano parecchia confidenza. Per un documento chiedevano anche novemila euro e i documenti erano davvero molti. Nell’ordinanza che li ha portati in carcere il gip Alberto Scaramuzza aveva ricostruito un quadro devastante per i tre poliziotti. L'indagine era nata da una segnalazione fatta da un agente dell'ufficio stranieri di Marghera. Svolte le dovute verifiche sulle utenze telefoniche era saltato fuori, ad esempio, che l'ispettore capo Riccardo Chiumento aveva avuto ben 174 telefonate con Reaz Abu Syed, proprietario del ristorante indiano "Elman" a Jesolo, ritenuto figura di spicco dell'associazione a delinquere, anch’egli finito in manette. Da lì era poi partita una escalation che aveva portato a installare microspie sulle vetture di Chiumento e di Gobbato, a intercettazioni dei telefonini degli stessi e sull’uso di gps. Nelle settimane scorse era stato coinvolto un altro poliziotto, il vice questore Giovanni Rodriguez, fino a poco tempo fa dirigente dell’Ufficio immigrazione di Pordenone. Per Giovanni Rodriguez il pubblico ministero di Stefano Buccini aveva chiesto al giudice delle indagini preliminari l'interdizione dal suo ufficio. La sua richiesta era stata respinta e alla fine la posizione del funzionario è stata archiviata.

 

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