Permessi al vicesindaco Scegli Civica all’attacco

San Donà. Presentata una segnalazione alla Procura e alla Corte dei Conti Trevisiol: «Ho fatto quello che è consentito dalla legge. È un attacco personale»
Di Giovanni Cagnassi

Duro attacco al vicesindaco Luigi Trevisiol, la lista Scegli Civica fa i conti in tasca all’ex rimasto con la maggioranza e invia alla procura e alla Corte dei Conti i suoi rimborsi per il lavoro in banca. Pronta la risposta dell’interessato: «Ho fatto quanto consentito dalla legge, questi sono attacchi personali». Non manca il pieno sostegno del sindaco, Andrea Cereser.

«Abbiamo esercitato un’azione di controllo», dice la capogruppo di Scegli Civica, Anna Maria Babbo, «per un oculato utilizzo del denaro pubblico, in anni di grave crisi. Dall’analisi degli atti di liquidazione di spesa autorizzata emessi dal Comune a favore della Banca San Biagio del Veneto Orientale in relazione alle assenze del dipendente, emerge che nel periodo giugno 2013/ gennaio 2014 il Comune ha pagato la somma di 11.429,64 euro a titolo di costi sostenuti per le ore di permesso. L’Istituto di Credito ha inoltrato all’Ufficio Affari Istituzionali del Comune varie richieste di pagamento».

«Nulla si eccepisce», continua, «in ordine a questioni prettamente materiali. Le eccezioni e i relativi chiarimenti riguardano piuttosto un problema di ordine etico. La giunta è stata formata da sei assessori, di cui uno vice-sindaco, asserendo che il “settimo” non veniva nominato per motivi economici. Uno degli assessori nonché vice-sindaco», ricorda con riferimento a Oliviero Leo poi dimissionato, «reiterava il suo intento di rinunciare all’indennità prevista, con evidente vantaggio economico per l’amministrazione. Come mai, affrontando un periodo di crisi, invece che affidare all’assessore Trevisiol determinati incarichi soprattutto in orari particolari, al mattino o prime ore pomeridiane, non sono stati affidati ad altri assessori che comunque di per sé non avevano e non hanno pregiudiziali lavorative? E come mai gli impegni di giunta e quant’altro venivano fissati prevalentemente al mattino piuttosto che nel tardo pomeriggio?»

Il sindaco difende il suo vice. «La richiesta formulata dal consigliere Babbo, che appare un attacco personale al vicesindaco più che un’interrogazione, manca della più elementare conoscenza delle regole che governano una giunta e l’amministrazione», dice, «i rimborsi di cui si parla non sono riconosciuti a Trevisiol, ma al suo ex datore di lavoro, per il periodo in cui ha fruito di permessi per espletare la sua attività istituzionale. Oltre a essere una prassi conforme alla legge, e ci mancherebbe altro, risponde a un’elementare esigenza di buon senso, indennizzando il datore di lavoro per le prestazioni che il lavoratore non ha potuto erogare. E, visto che il consigliere cita la crisi, è proprio in momenti di difficoltà che tale regola è ancora più importante».

«Ho inoltre qualche dubbio che una persona intelligente, quale si presume essere il consigliere, sia seria quando contabilizza l’impegno di un assessore con le delibere firmate», aggiunge Cereser, «le attività di un assessore sono le più varie, dal ricevere i cittadini, a relazionarsi con le istituzioni, dal chiarire problemi con i tecnici a effettuare sopralluoghi. La stessa riunione di giunta, confronto di lavoro a tutti gli effetti, rappresenta un percorso che è assurdo esaurire nel numero di delibere».

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