«Perizia psichiatrica per l’assassino»

La richiede il difensore di Riccardo Torta per evitargli l’ergastolo. Nuovi particolari: per ora non si troverebbero tutte le parti del corpo

MESTRE. Una perizia psichiatrica per Riccardo Torta, la chiede il suo difensore Giorgio Bortolotto. L’unico modo, in questo momento, per poter trasferire il detenuto dal carcere di Santa Maria Maggiore in una Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza (Rems) di alcune regioni confinanti con la nostra, visto che il Veneto ancora non le ha realizzate. Ma soprattutto Bortolotto vuole la perizia in funzione della difesa durante il processo. L’unico modo per evitargli l’ergastolo in carcere.

Gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal pm Cameli, ora stanno cercando di ricostruire le fasi del delitto e trovare il movente. Tutte queste spiegazioni sono rinchiuse nei due appartamenti del palazzo di via Ca’ Venier: in quello di Nelly Pagnussat, 78 anni, la vittima e in quello di Riccardo Torta, 68 anni il carnefice. Nel primo la donna è stata uccisa a martellate dall’uomo: il colpo letale, stando al medico legale Silvia Tambuscio, è stato sulla parte sinistra della testa. Altri colpi li ha inferti al volto della donna. Quindi in quell’appartamento ha tagliato il cadavere in otto parti utilizzando una sega elettrica Bosch con una lama da 30 centimetri. Le varie parti del cadavere sono state infilate in quattro sacchetti della spazzatura. Per il momento il medico legale non ha saputo dire se ci sono tutte le parti del corpo. Bisogna attendere l’autopsia per conoscere questo. Quindi ha lavato il pavimento. Comunque aveva preso la precauzione di stendere un telo di nylon sul pavimento alla veneziana del salottino dell’abitazione di Nelly.

Interpress/Mazzega Venezia, 16.01.2016.- Omicidio Nelly Pagnussat.- Nella foto l'arresto di Riccardo Torta
Interpress/Mazzega Venezia, 16.01.2016.- Omicidio Nelly Pagnussat.- Nella foto l'arresto di Riccardo Torta

Uscito tutto sporco di sangue e tenendo in mano l’elettrosega e un martello è salito in casa. Nel frattempo è scattato l’allarme: sul posto il genero di Nelly scopre i sacchi all’interno dell’abitazione della donna. Vede gli occhiali della donna accanto ad uno di questi. Chiama la polizia spiegando cosa ha visto e ipotizzando che all’interno dei sacchi ci fossero i resti della suocera. Mentre sul posto intervengono agenti delle volanti, medici del Suem, vigili del fuoco e investigatori della Squadra Mobile, Torta tranquillamente nel suo appartamento pensa di ripulirsi dal sangue. Ma non solo. Infatti lava pure i vestiti che indossava poco prima.

Venerdì l’autopsia sui resti dell’anziana
agenzia candussi omicidio via Ca Vegner Mestre

L’unica cosa che non è riuscito a pulire è un paio di mocassini trovati dalla polizia intrisi di sangue. Quando finalmente apre ai poliziotti, dopo quasi due ore e mezzo dalla scoperta del delitto, Torta emette alcune grida e poi non parla più. Anche il suo appartamento viene controllato. Sopra ad un tavolo viene trovato un tritacarne. Tra tavolo e tritacarne c’è un asciugamano sporco di sangue. Si tratta di un tritacarne industriale nuovo e mai usato. Cosa ci voleva fare l’uomo trasformato in un brutale assassino? Non serve certo correre troppo con la fantasia per immaginare che magari intendesse eliminare le parti del cadavere con quell’attrezzo elettrico. E l’asciugamano sporco di sangue è solo sporco perché l’assassino si è pulito mani e braccia?

 

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