Pericolo abbandono scolastico: Venezia maglia nera in Veneto
VENEZIA. Sono ancora tanti in provincia di Venezia, gli studenti che abbandonano o non proseguono gli studi. Un dato che ha una doppia lettura: se da un lato, in Veneto, il tasso di dispersione si attesta sul 10%, ovvero quattro punti meno della media italiana centrando l’obiettivo indicato dall’Unione Europea, dall’altro la nostra provincia ha il primato di essere al primo posto per numero di abbandoni alla secondaria di primo grado. Ma andiamo con ordine.
Durante lo scorso anno scolastico, – secondo i dati dell’Ufficio scolastico regionale – gli abbandoni concreti alla scuola media sono stati 78. Treviso è al secondo posto con 55, Padova 47, Vincenza 44. Se ci si sposta nelle scuole secondarie di secondo grado (licei professionali e tecnici), invece, il numero sale a 718 (459 maschi e 259 ragazze). Sembrano numeri piccoli, ma non lo sono, perché raccontano di un fenomeno che incide comunque sul tessuto sociale.
I dati sono il risultato dell’incrocio tra l’Anagrafe regionale degli studenti e Veneto Lavoro tramite i centri per l’impiego. Venezia, è bene ricordarlo, patisce la percentuale elevata di stranieri che frequentano le elementari (in alcune scuole del centro anche il 50-60-70 per cento) e che poi si iscrivono o meno alle medie e per motivi di ricongiungimento e per questioni lavorative o migratorie. A livello italiano la media degli abbandoni nella scuola secondaria è del 14 %, in Regione ci si ferma al 10, in calo rispetto al 19 % del 2004.
«L’anello debole della catena nella nostra scuola sono sempre state le cosiddette medie» spiega Paolo Simionato, negli anni dirigente di moltissime scuole secondarie di primo grado del Comune di Venezia, «gli stessi istituti comprensivi sono nati per favorire la continuità didattica tra elementari e medie, diciamo però che la razionalizzazione economica ha pesato e a livello provinciale un progetto contro la dispersione scolastica non c’è». Simionato, però, sottolinea anche due fattori critici: abbandoni determinati da immigrati che magari si trasferiscono per questioni lavorative e alunni nomadi.
«Il Comune fa un lavoro davvero importante per evitare l’abbandono scolastico» spiega l’assessore alle Politiche sociali Simone Venturini, «sia per quanto riguarda gli alunni di etnia rom e sinti, un impegno che cresce ogni anno e al quale sono destinati fondi ministeriali. Sia per quel che riguarda più in generale il disagio che poi può portare all’abbandono. Abbiamo un team di persone e servizi davvero attivo che affronta le problematiche della scuola dell’obbligo, anche legate al tema degli stranieri». —
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