Pericoli in laguna, arriva “Bricoland”

Il Gruppo Diportisti lancia un’app per comunicare i pericoli di “coccodrilli” e “anaconde”: bricole e tubi galleggianti
Di Francesco Macaluso

Una app da smartphone per segnalare la presenza in laguna delle bricole o di altri materiali galleggianti che possano mettere a rischio la circolazione di natanti ed imbarcazioni provocando incidenti.

Per utilizzarla basta iscriversi al gruppo chiuso Facebook "Diportisti Laguna Veneta" e scaricarla da un link, una volta si riceve subito l'invito a divenire membro di un sottoinsieme di utenti. L'idea della app, chiamata "Bricoland", già realizzata e funzionante da ieri con una cinquantina di iscritti, è venuta in mente a Mirco Bodi, presidente del Gruppo Diportisti Laguna Veneta che riunisce quasi 1800 diportisti, per mettere in sicurezza attraverso una chat di emergenza chiunque percorra quotidianamente la gronda lagunare attraverso segnalazioni in tempo reale della posizione gps e delle dimensioni del pericolo.

Tutto per evitare che qualcuno possa incapparci come è accaduto domenica scorsa nei pressi di Murano, quando un barchino in corsa è stato sfondato nella chiglia da una briccola galleggiante, che ormai tutti i laguna chiamano «coccodrillo», dopo che a inizio aprile lo stesso incidente fotocopia era avvenuto nei pressi di Fusina facendo affondare una barca con tre pescatori a bordo. «Apprezziamo lo sforzo del provveditore alle opere pubbliche nel rendere pubblica per la prima volta la mappatura completa dei monconi affioranti delle bricole già corrose, mettendo in guardia chi circola in laguna» spiega Bodi «ma non basta per garantire la sicurezza rispetto alla presenza nelle traiettorie delle barche lungo i canali lagunari di bricole che galleggiano, pali di conterminazione, pannelli utilizzati per le barriere di mascheramento e tubi in polietilene, anche di 44 metri di lunghezza, come quello recuperato da un nostro associato a Malamocco qualche giorno fa».

In quel caso la segnalazione alle autorità non aveva permesso alle stesse l'intervento immediato tanto che il diportista aveva dovuto trainare autonomamente il tubo di diversi metri, ribattezzato scherzosamente «anaconda», postando un video della fase di traino presente su Youtube.

«Ecco per questo l'idea della app» aggiunge Bodi «su implementazione del socio del Gruppo Diportisti Laguna Veneta, Marco Bonaventura, che l'ha testata su piattaforma Telegram, creando una chat di emergenza che ci permetterà d'ora innanzi di creare una sorta di comunicazione solidale fra diportisti per la segnalazione celere dei pericoli. L'iscrizione alla chat di emergenza, che viene approvata attraverso il nostro gruppo su Facebook, è aperta ai piloti delle imbarcazioni di linea, ai conducenti dei taxi acquei o dei mezzi di soccorso, in modo da estendere il più possibile le informazioni che possono transitare attraverso foto, coordinate gps, o testo».

«Ci siamo resi conto» conclude Bodi «che se noi diportisti non facciamo caccia grossa di “coccodrilli” o “anaconde” mettendoci in sicurezza a vicenda, non lo fa nessuno per noi. Ciò ovviamente non solleva gli enti competenti dalle loro responsabilità, anzi».

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