Perde 400mila euro, donna colta da ictus
CINTO. Resta vittima della perdita di valore delle azioni della Banca Popolare di Vicenza e non regge lo stress, venendo colpita da un ictus. Protagonista una donna di mezza età di Cinto. La sua vicenda potrebbe a breve finire in Tribunale, perché la donna ha fatto causa ed è seguita da uno studio legale.
Una storia emblematica, quella che arriva da Cinto Caomaggiore, dove sono stati segnalati all’amministrazione comunale oltre dieci casi di persone, correntisti della Banca Popolare di Vicenza, finiti sul lastrico per la crisi che ha attanagliato l’istituto di credito. Anzi, c’è il rischio che da qui ai prossimi lustri il crac bancario possa rappresentare una delle maggiori criticità per il settore Servizi sociali della comunità prossima al passaggio in Friuli Venezia Giulia.
«I casi potrebbero essere molti di più», afferma il sindaco di Cinto Caomaggiore, Gianluca Falcomer, «diversi residenti ancora non hanno fatto sapere nulla né all’amministrazione né ad altri uffici per il timore che si sappia qualcosa in giro. C’è molta vergogna a parlare di queste cose. Non è semplice affrontare, nemmeno con le istituzioni, un fallimento di natura economica che non dipende da quelle che si possono considerare delle vere e proprie vittime del sistema».
Falcomer e la sua giunta temono che i correntisti impoveriti non siano solo dieci, ma molti di più. Potrebbero anche sfiorare quota 50. Il crollo vertiginoso delle azioni di Banca Popolare di Vicenza ha mandato sul lastrico diverse famiglie. Ma il caso più emblematico, e probabilmente più crudele, riguarda proprio la 60enne, colta dell’improvviso malore. La donna e il marito avrebbero perso qualcosa come 400 mila euro. La pratica è seguita da uno studio legale cintese tra i più conosciuti.
È stata la signora a farsi coraggio e a raccontare quello che le sta capitando; prima che, sopraffatta dalla vergogna e dallo stress, non finisse vittima di un ictus che la sta debilitando. Ora questa famiglia è persino in rosso e rischia di perdere la casa. I risparmi di una vita, 400 mila euro conservati in quella banca, dovevano servire per agevolare la vita del figlio disabile. «L’istituto di credito non agevola il nostro compito, che è quello di informarci», denuncia il sindaco Falcomer, «loro si appellano alla privacy. Noi invece vogliamo vengano tutelati i diritti dei nostri cittadini. Serviamo le istituzioni, i cittadini sono più importanti. Ho dato mandato ai miei collaboratori», conclude Falcomer, «di chiedere la collaborazione di varie associazioni di consumatori, per permettere a queste famiglie di recuperare i crediti perduti. Ma non è facile».
L’impatto della crisi della Banca Popolare di Vicenza rischia di avere effetti devastanti anche sul nostro territorio.
Rosario Padovano
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia