Per tutti era il maresciallo di Spinea, addio all’ex comandante Favarin
Ricoverato per Covid lunedì pomeriggio, è morto mercoledì mattina: aveva 67 anni. «Persona di grande umanità»

SPINEA. Si stava godendo la pensione, facendo il nonno dopo una vita in uniforme, prima nel Padovano poi a Spinea, città che era diventata la sua patria d’adozione. Ieri verso le 9 si è spento all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove era ricoverato a causa del Covid, Romeo Favarin.
È lo storico maresciallo di Spinea, per quasi vent’anni comandante della stazione dei carabinieri. Comandante vecchio stampo, che conosceva come pochi la città, i suoi protagonisti, sapeva dove andare a cercare le informazioni giuste, quando ce n’era bisogno per un’indagine.
Da alcuni anni abitava a Frescada. Lunedì pomeriggio è stato ricoverato al Ca’ Foncello. Entrato al Pronto soccorso perché aveva la glicemia molto alta, è risultato positivo al tampone, e in due giorni le sue condizioni sono precipitate.
Originario di Villa del Conte, nel Padovano, il 67enne Favarin era entrato giovanissimo nell’Arma dei carabinieri, prestando servizio prima al nucleo operativo di Padova, poi al battaglione di Mestre, fino a diventare negli anni comandante di stazione, a Vigodarzere e a Limena.
Arrivato a Spinea nel 1994, ha cominciato a confrontarsi con una realtà più vasta. È rimasto in città per 19 anni fino alla pensione, arrivata nei primi mesi del 2014, dopo la quale aveva deciso di stabilirsi a vivere nella frazione di Preganziol, vicino a dove abita una delle due figlie.
A Spinea, Favarin era diventato una vera istituzione, rispettato da tutti: il maresciallo, (sempre e solo così, senza cognome o altro) è stato per anni in prima linea contro la criminalità, non solo a Spinea ma anche in operazioni congiunte con i vicini veneziani tra Chirignago e Catene.
Quando non era fuori per servizio, lo si trovava sempre nel suo ufficio nella vecchia stazione nei pressi di piazzetta Dante. Si impegnò in prima persona per permettere il trasferimento della stazione nella nuova caserma di via Baseggio. Per rilassarsi, gli piaceva giocare a carte.
Comandante dei carabinieri, ma anche coinvolto attivamente – soprattutto dopo la pensione – nella vita sociale della città nel campo del volontariato e dell’associazionismo, con i ruoli ricoperti nella Pro Senectute come capogruppo dell’assistenza e vicepresidente, nell’Avis e anche nell’Aido.
Anche per questi motivi il rapporto con Spinea è rimasto costante dopo la pensione, dopo la quale si era anche candidato a consigliere comunale, in una lista a sostegno dell’ex sindaco Claudio Tessari. E proprio da Tessari arriva il primo ricordo: «Mi ha raggiunto improvvisa la triste notizia della morte di Romeo Favarin, già comandante della stazione dei carabinieri di Spinea. Nella nostra città ha svolto questo servizio per 19 anni, facendosi apprezzare per la sua grande umanità e per la lotta alla criminalità e facendosi sempre rispettare. È stato anche molto impegnato nel sociale dimostrando le sue grandi qualità umane. L’ho conosciuto ed apprezzato nel suo lungo periodo trascorso a Spinea, dove ha sempre collaborato con l’amministrazione comunale e le altre istituzioni. Ciao Romeo, grazie per quanto hai fatto per la nostra città».
Commozione anche tra i tanti colleghi carabinieri, molti dei quali cresciuti con lui. Ricordando i suoi anni da comandante di stazione gli piaceva sottolineare che, quando gli capitava di incontrare qualcuno che aveva arrestato e poi era riuscito a mettersi in riga, questi andava a salutarlo e a ringraziarlo per l’umanità con cui, pur essendo su parti diverse della barricata, era stato trattato.
«Ha dedicato la vita al lavoro, ma con noi riusciva a essere sempre presente. Ha fatto tanto per noi, e ci ha trasmesso la sua forza. Era un leone, era un drago, come dice mio figlio», lo ricorda la figlia Marta. Favarin era innamorato dei suoi nipoti. Lascia la moglie Antonietta, 65 anni, le figlie Eleonora e Marta. Il funerale si terrà il 27 a Frescada, orario da definire. —
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