Per lo scandalo Volkswagen a rischio una trentina di aziende
MESTRE. Da Wolfsburg a Venezia: lo scandalo Volkswagen macina chilometri diffondendosi a macchia d’olio anche nella nostra provincia e minando la produzione di una trentina d’aziende veneziane che lavorano nell’indotto dell’auto per la grande industria tedesca. Questi stabilimenti, spiega il direttore di Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato, «rischiano di chiudere i battenti o di diminuire drasticamente il personale. Proprio ora che il mercato delle immatricolazioni mostrava chiari segni di ripresa».
Trenta, insomma, potrebbero essere le aziende dell’indotto più colpite dallo scandalo Volkswagen in provincia, ma a queste bisogna aggiungere i cinque service partner e il concessionario unico (De Bona) che vendono la macchina tedesca nel Veneziano. Loro si dicono preoccupati, ma a quanto pare ancora più preoccupati sono i clienti che stanno subissando di telefonate i rivenditori. Ma quante auto verranno ritirate (o, meglio, “richiamate?”). Impossibile stabilirlo, per ora. In ogni caso nel Veneziano sono state vendute oltre settemila Volkswagen negli ultimi cinque anni.
Effetto software. Un piccolo software capace di truccare le emissioni delle auto diesel, sta creando scompiglio anche nella nostra provincia. Trenta le aziende veneziane del settore auto che rischiano ripercussioni, secondo Confapi, tutte impegnate in vario modo anche per la Volkswagen. Fra le più grandi, ci sono la Speedline di Santa Maria di Sala, che produce componenti per auto, fornisce pure l’industria tedesca e può contare su 350 lavoratori. E la Costampress di Gardigiano, che ha circa 130 dipendenti. Però, almeno per quanto riguarda queste realtà, «al momento non si rileva alcuna ripercussione sulla produzione», come assicura Antonio Silvestri, segretario della Fiom Cgil di Venezia.
Panico tra i clienti. C’è preoccupazione anche fra i concessionari veneziani che vendono Volkswagen, ma nessun panico. «Speriamo che il danno sia limitato», dicono in coro, «ma la situazione è ancora tutta in divenire, non sappiamo neppure quali siano le auto da richiamare in concessionario». L’effetto software, però, ha di sicuro investito i clienti Volkswagen che stanno tempestando di telefonate i concessionari. «Noi ne abbiamo ricevute almeno un centinaio da quando è scoppiato lo scandalo», dicono dalla concessionaria Boschetti di CampagnaLupia. «Qualcuno ci chiede addirittura se adesso dovrà buttare via la macchina. S’è creato il panico».
Vendite. Non è facile stabilire quante siano in provincia le auto che montano il software truccato. La cosa certa è che Volkswagen è il secondo marchio più venduto nel Veneziano dopo la Fiat e le immatricolazioni (dati Unrae) sono in crescita dopo il tonfo del 2012, quando si erano immatricolate 1.264 vetture tedesche contro le 1.894 dell’anno prima. 1.448 Volkswagen acquistate nel 2013, 1.467 nel 2014. Ad agosto 2015, siamo a quota 1.082 compravendite. Già dai prossimi dati si valuteranno gli effetti della frode-emissioni.
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