Per la piattaforma d’altura dieci milioni dall’Europa
MARGHERA. Il via libera del Comitato Interministeriale (Cipe), atteso da mesi, non è ancora arrivato e Trieste e la regione Friuli continuano a “remare” contro il progetto veneziano del porto offshore - che ha già ottenuto tutte le autorizzazioni del caso, compresa quella di valutazione dell’impatto ambientale - sostenendo che Venezia «non può pretendere di essere l’unico porto container dell’Alto Adriatico». In compenso al progetto della “piattaforma d’altura” per il traffico dei container via mare, continua a crederci l’Unione Europea che ha concesso un co-finanziamento di 9,7 milioni di euro al Porto di Venezia e alla società privata Rimorchiatori Riuniti Panfido & C. srl che gestisce, in concessione, il servizio rimorchio di navi mercantili e passeggeri a Venezia e Chioggia.
Con questo cofinanziamento si realizzerà il primo prototipo delle cosiddette “Mama Vessel”, innovative navi che collegheranno il porto, tramite la grande piattaforma offshore, ai terminal di terra di Porto Marghera, Chioggia, Porto Levante e Mantova. La realizzazione del prototipo (in un cantiere ligure) è stata inserita all’interno del progetto Poseidon Med II, approvato nell’ambito del bando 2014 della Connecting Europe Facility, con un budget complessivo di 53,2 milioni di euro.
Nello specifico il contributo europeo riguarderà la progettazione esecutiva e la realizzazione del prototipo dell’imbarcazione (Semi submergible barge transporter, in termini tecnici) messo a punto dalla società inglese Bmt-Titron che ha posto una particolare attenzione alla cura degli aspetti eco-compatibili per definire uno scafo «a bassa generazione d’onda e un sistema di propulsione dual-fuel Lng-diesel che garantiscono bassi livelli di emissione di anidride carbonica (CO2)». La nuova imbarcazione permetterà - secondo i progettisti - un «considerevole risparmio energetico», in linea con le ultime raccomandazioni e le direttive dell’Unione Europea in materia, con un pescaggio in navigazione di solo 4,4 metri, compatibile anche con l’ambiente lagunare caratterizzato, come si sa, da bassi fondali e canali profondi al massimo 12 metri. Combinate con le “cassette” galleggianti (speciali pontoni di carico che portano fino a 384 container l’una) consentono la creazione di una sorta di “nastro trasportatore continuo” tra il terminal in altura e i diversi scali a terra (e viceversa) che riduce i tempi morti nelle fasi di carico e scarico dei container, taglia drasticamente i tempi di percorrenza, i costi operativi, i consumi, e le emissioni.
La progettazione esecutiva del “Mama Vessel” è prevista per settembre del 2016 e la costruzione della prima nave per luglio 2017 e la conclusione della sperimentazione per dicembre dello stesso anno.
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