«Per la mia Milvia si era mobilitata così tanta gente»

Parla Mara Danuti, la mamma della giovane in cura a Cuba «Ancora oggi che non c’è più mi regala una gioia immensa»
Di Carlo Mion
CAIAFFA MESTRE 18/08/2007 Ospedale Umberto I 25° compleanno di Milvia © Bertolin M.
CAIAFFA MESTRE 18/08/2007 Ospedale Umberto I 25° compleanno di Milvia © Bertolin M.

«Parlare di Milvia mi regala una gioia immensa. In questo momento non mi sento di parlare del distacco da lei, non mi sento di farlo. Quando mi allontano da lei, da dove ora è ospitata al centro Nazareth, sento un dolore tremendo un graffio dentro che non so descrivere. Ritrovo la serenità quando sono accanto a lei».

Mara Danuti, mamma di Milvia Baratella, la ragazza di 30 anni, morta mercoledì mattina, non piange quando parla della figlia. È serena la mamma di quella ragazza a favore della quale, per garantirle le cure riabilitative a Cuba, si è mossa una città. Infatti, quando si ammalò, da noi la riabilitazione per le persone disabili era una cosa molto lontana da quanto serviva alle persone come lei.

«Ancora oggi non riesco a capire come mai tante persone e le più disparate sono diventate amiche e si sono impegnate per Milvia. È stata una storia straordinaria la sua. Milvia molto ha ricevuto, ma molto ha dato a chi in questi anni ha condiviso la sua vita», continua Mara.

Milvia o la “Principessa Guerriera”, come è stata ribattezzata a Cuba dalla direttrice di una casa editrice che ha trasformato la sua storia in una favola per bambini, a cinque anni era una bellissima bimba dagli occhi celesti e dai capelli biondi. Poi un tumore al cervello, l’operazione e la chemioterapia. Da quel momento l’inizio di una vita da disabile.

In realtà l’inizio di una storia straordinaria per ottenere dei servizi che un quarto di secolo fa non c’erano o erano solo abbozzati. Servizi che servivano a rendere la riabilitazione dei disabili una speranza di vita. In Italia, all’epoca, la riabilitazione prevedeva due sedute da 40 minuti ciascuna. «A Cuba invece erano previste quattro sedute da un’ora ciascuna e la riabilitazione era personalizzata. Ma, soprattutto, era un gioco. Ogni volta la fisioterapista si inventava qualche cosa di nuovo per non stancare Milvia. Ricordo», continua Mara, «che dopo un mese Milvia è tornata a camminare alla sbarra. C’è un video della Bbc che lo testimonia. Milvia parlava, le sue funzioni respiratorie, pur essendo anomale, le permettevano di vivere».

Attorno a Milvia in questi anni sono nati diversi progetti, anche nella nostra città. Ad iniziare dalla piscina con l’acqua calda, sul Terraglio. «I ragazzi disabili hanno sempre freddo e hanno i muscoli che rischiano di atrofizzarsi. Quella piscina è stata una conquista straordinaria. Milvia camminava nell’acqua e rideva, come del resto gli altri ragazzi. Altri progetti sono nati grazie al Comune e alla Provincia. Abbiamo fatto tantissima strada grazie a Milvia. Siamo riusciti a portare a Cuba degli altri bambini, non senza difficoltà e ricorrendo anche a battaglie giudiziarie. Ma ne è valsa la pena. Milvia come gli altri bambini rinasceva quando veniva sottoposta a quel tipo di fisioterapia. La vedevi felice e anche il suo stato di salute migliorava».

Poi, cinque anni fa, quando Milvia si trova all’estero, un abbassamento delle difese immunitarie la fece ammalare. La ragazza viene sottoposta a una tracheotomia per consentirle di respirare. Da quel momento il suo stato di salute si aggrava. Ma la “Principessa Guerriera”, non molla e continua la sua battaglia con a fianco la mamma Mara, la sorella Claudia e l’infinita schiera di amici.

«Ricordo con gioia che, pur non riuscendo più a parlare, comunicava lo stesso in maniera chiara, esprimendo i suoi stati d’animo. Quando arrivava la fisioterapista che le insegnava la danza, alzava le braccia e le univa sopra la testa per salutarla. Un’espressione di gioia infinita», racconta sorridendo Mara.

Il 19 agosto, il giorno dopo il suo 30esimo compleanno, Milvia viene colpita da un’emorragia cerebrale. Mercoledì mattina la morte.

I funerali saranno celebrati domani nella chiesa del Sacro Cuore di via Aleardi. La cerimonia avrà inizio alle ore 11.

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