Per il delitto Pamio la Procura si affida ad un superperito

Il professor Emiliano Giardina ha dato la svolta all’indagine sulla morte della giovane Yara Gambirasio. Cercherà tracce di dna sul cellulare e un tappetino della vittima e sulla bici della rea confessa Lazzarini

La Procura della Repubblica di Venezia si affida al superperito e professore Emiliano Giardina per riesaminare alcuni reperti sequestrati nella casa di Lida Taffi Pamio per stabilire se Susanna Lazzarini, Milly per gli amici, ha ucciso da sola o aveva un complice in viale Vespucci. Giardina è il genetista dell’Università di Roma Tor Vergata, consulente tecnico per la genetica forense dei Tribunali di Roma e di Urbino e collaboratore della Polizia Scientifica della Direzione Centrale Anticrimine, che ha dato una svolta all’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio: è stato lui ad arrivare alla conclusione che il presunto killer fosse il figlio illegittimo dell’autista, cioè Massimo Bossetti.

Clamorosa svolta: Susanna Lazzarini confessa anche l'omicidio Pamio
Susanna Lazzarini, Francesca Vianello, Monica Busetto e Lida Taffi Pamio

Nei giorni scorsi i pubblici ministero Lucia D’Alessandro e Alessia Tavarnesi hanno inviato una richiesta al presidente della Corte d’assise d’appello Gioacchino Termini, davanti al quale pende il processo di secondo grado nei confronti di Monica Busetto, l’inserviente sanitaria condannata a 24 anni e mezzo in primo grado e ora scarcerata grazie alla confessione di Milly, che l’ha scagionata. Le rappresentanti della Procura hanno chiesto di poter avere, per sottoporre ad analisi, due reperti conservati già dal primo processo: il telefono cellulare della Pamio e un tappetino della sua abitazione.

Due delitti in un minuto: 4 donne, 1 assassina

Il primo, subito dopo il delitto, era stato trovato smontato sopra un divano. Milly ha spiegato, nelle sue confessioni, che lo aveva fatto con i guanti e proprio per questo gli inquirenti non avevano trovato alcuna impronta. Ora, affidandolo a Giardina, vogliono stabilire se vi siano tracce di qualche dna. Lo stesso, naturalmente, sul tappetino. Ma c’è un terzo oggetto che sarà affidato al professore romano per la sua ricerca: la bicicletta di Milly, quella sulla quale si sarebbe allontanata da viale Vespucci dopo aver ucciso Lida Taffi Pamio.

Era stata condannata a 24 anni e 6 mesi. Ma era innocente
Monica Busetto all'uscita dal carcere dopo la liberazione e al momento dell'arresto, tre anni fa

Susanna Lazzarini era stata arrestata per aver ucciso l’81enne Francesca Vianello nella sua casa di Corso del Popolo: dopo un mese aveva confessato di aver assassinato anche Lida Taffi Pamio. Aveva raccontato che si era allontanata dalla casa dell’87enne con la sua bici dopo aver gettato in un cassonetto gli oggetti che le aveva rubato. Per giustificare, poi, il sangue e le abrasioni che aveva addosso si era inventata di essere stata rapinata in via Capuccina, poco prima di rientrare a casa. Aveva anche sporto denuncia alla Polizia in modo da poter giustificare quel sangue che aveva addosso. Anche sulla bicicletta, dunque, potrebbero esservi resti di dna e gli inquirenti vogliono stabilire se sia soltanto quello di colei che ha confessato o se vi sia quello di altri. Nelle abitazioni delle due vittime, infine, non si potranno cercare altre tracce visto che sia l’una, da anni, sia l’altra, da mesi, sono state dissequestrate.

«Ora rivoglio la mia normalità: una casa e il mio lavoro»

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