Penzo: «Verificare tutte le concessioni»

La capogruppo del Partito Democratico chiede chiarezza dopo il caso “Ultima Spiaggia” che ha travolto il sindaco Ferro
Di Elisabetta B. Anzoletti

SOTTOMARINA. «Il sub ingresso nelle concessioni demaniali è una pratica permessa e molto più utilizzata di quanto si pensi». A rivelarlo è il presidente degli stabilimenti balneari dell’Ascot, Giorgio Bellemo, che dopo la bufera politica scoppiata in merito alla vicenda “Ultima spiaggia”, va oltre il caso specifico per fare qualche riflessione sulle dinamiche, complesse, che regolano il Demanio turistico. Un discorso più ampio stimolato dal fatto che, sulla scia di quanto successo alla concessione del sindaco Alessandro Ferro (decretata irregolare dal Tar e dal Consiglio di Stato), sia stata presentata un’interrogazione che chiede controlli a tappeto su tutte le concessioni autorizzate negli ultimi cinque anni per capire se gli uffici abbiano “sbagliato” anche in altri casi.

Sul banco degli imputati, al Tar e al Consiglio di Stato per il sub ingresso di “Ultima spiaggia” nella concessione 62 di Isola Verde prima gestita da don Fabio Calore a scopo sociale, c’era infatti anche il Comune che attraverso l’ufficio Demanio aveva autorizzato quel passaggio.

Nell’interrogazione presentata, la capogruppo del Pd Barbara Penzo chiede di verificare se ci siano altre autorizzazioni irregolari o casi analoghi a quello che ha travolto il sindaco per capire se ci sia qualcosa da correggere nel modus operandi degli uffici. «Credo che un consigliere abbia diritto di chiedere controlli», spiega Bellemo, «posso già anticipare che probabilmente negli ultimi cinque anni ci saranno stati almeno 80-100 sub ingressi e non penso che ci sia nulla di strano. La pratica del sub ingresso è pienamente legale, è permessa dalla legge regionale e dal regolamento comunale sul Demanio. Vi è un articolo che la norma e che spiega in quali casi sia fattibile». Prosegue: «Ho visto che c’è parecchia confusione sul punto. La sentenza ha decretato irregolare il sub ingresso di “Ultima spiaggia” perché prima non vi era uno stabilimento ma una colonia marina». Prosegue: «Non entro nel merito della sentenza, non spetta a me, voglio però ribadire che i sub ingressi sono frequentissimi e non c’ è nulla di anomalo in ciò». In base alla sentenza del Tar, ribadita dal Consiglio di Stato il 29 settembre scorso, “Ultima spiaggia” dovrà rinunciare al sub ingresso e sgomberare tutti gli spazi. Cosa succederà, in tanti si domandano a questo punto, alla concessione 62 di Isola Verde? «Tornerà al precedente concessionario», spiega Bellemo, «il Tar non ha revocato la concessione, ha decretato irregolare il sub ingresso. La spiaggia tornerà quindi a don Fabio Calore, se era nominale l’assegnazione, o alla parrocchia di Ca’ Lino. A quel punto don Fabio (che nel frattempo non è più parroco di Ca’ Lino e forse nemmeno è più in servizio in zona) deciderà se riconsegnarla al Comune, che poi la assegnerà con bando pubblico, o se chiedere una modifica del titolo concessionario trasformandola in uno stabilimento balneare che poi potrà cedere con sub ingresso a chi meglio crede, come prevede la legge».

Se davvero ci sarà questa verifica su tutte le concessioni dell’arenile, cosa potrebbe emergere? «Non credo nulla di particolare», sostiene il presidente dell’Ascot, «la verità è che il regolamento e la materia in sé sono complessi, qualche scivolone in buona fede è possibile. Sicuramente da tutto questo marasma emerge che la materia andrebbe rivista e resa più semplice nelle attuazioni. Sulle strutture, ad esempio, che vanno rimosse a fine stagione, è impensabile che in magazzini concessi di metratura non superiore ai venticinque metri possano essere ricoverate tutte le strutture». Conclude: «Qualcosa andrebbe rivisto in modo da rendere più facile il rispetto della normativa».

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