Pedoni e ciclisti sabato sul Ponte della Libertà

Manifestazione per sollecitare un collegamento sicuro: bisogna tutelare chi raggiunge il centro storico
Di Mitia Chiarin

Partenza sabato alle 9.30 da piazzetta Coin e alle 10 dalla Porta blu del Parco di San Giuliano. Doppio concentramento per la manifestazione dei ciclisti cittadini che tornano sabato prossimo, 21 marzo, a percorrere tutti assieme il Ponte della Libertà. Per chiedere, ancora una volta, un collegamento sicuro per pedoni e ciclisti tra centro storico e terraferma.

Federazione degli amici della bicicletta di Mestre e le associazioni Rosso Veneziano, Pedale Veneziano, La Salsola, Arte in Bici, il gruppo di camminatori del Nordic Walking Mestre, S.C. Favaro Veneto, Amici delle Arti, Legambiente, Unione Ciclisti Lido di Venezia, Associazione Sportiva Venezia Triathlon ed Ecoistituto del Veneto si sono alleati tra loro e con il sostegno anche di vari tour operator cittadini che si occupano di cicloturismo per chiedere di risolvere la situazione di «pericolo che si verrà a creare con l'entrata in servizio del tram». Manifestazioni come la biciclettata tra Mestre e Venezia lungo il ponte della Libertà non sono una novità, ne sono state organizzate varie negli anni scorsi.

Poi, nel 2014, la protesta si era fermata confidando nella realizzazione della pista ciclabile tra piazzale Roma e l’area del Vega, assicurata nei programmi dall’ex amministrazione comunale. Ma i cantieri sono partiti solo a metà e la protesta ritorna di attualità. Lunedì sera nell'assemblea delle associazioni promotrici, il coordinamento, con un comunicato, ha confermato la manifestazione e manifesta. Previste anche altre «iniziative da intraprendere qualora non vengano date risposte chiare e tempestive alle richieste portate avanti dal coordinamento».

«Ci preoccupa il rischio che si debba impedire a decine di migliaia di persone, tra cui una buona parte di turisti stranieri, di muoversi a piedi o in bicicletta tra Venezia e il suo litorale e la terraferma», hanno spiegato le associazioni nella loro lettera al commissario Zappalorto, chiedendo un incontro urgente che non è ancora stato concesso. «Ancor più preoccupante sarebbe poi doversi rammaricare per danni alle persone causati da eventuali incidenti lungo il percorso. A ciò va aggiunto il danno economico che si verrebbe a creare per Actv con il mancato introito dei passaggi verso il Lido, calcolabile in decine di migliaia di euro, e per gli operatori del settore turistico». Dal prossimo mese di maggio, quando le corse del tram arriveranno fino a Venezia, il cavalcavia di San Giuliano diventerà impraticabile per le bici e la pista in via di realizzazione sul ponte della Libertà non sarà ancora pronta mentre continuerà a mancare un collegamento sicuro con via Torino e il Vega, che eviti ai ciclisti pericolosi percorsi in mezzo al traffico. I ciclisti non hanno alcuna intenzione, in questa fase, di rispettare il divieto di usare il cavalcavia di San Giuliano e criticano l’idea di un tram che porti al massimo tre bici fino a Venezia, fanno sapere, mentre Pmv ha affidato un progetto per le bici sui tram alla Lohr, la società costruttrice e che lavora per fornire a Mestre anche il ventunesimo tram.

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