Pecorelli: «Le formiche in ferro sono mie»
JESOLO. «Il millantatore non sono io». Dalle spiagge di Miami, dove si trova in viaggio per le sue esposizioni, Carlo Pecorelli replica alle accuse del fabbro Luciano Turchetto che ha rivendicato la paternità delle formiche forgiate nel ferro. Affermazioni giudicate "ingiuriose, false e diffamanti". «Trovo ingiustificato», dice, «e privo di ogni fondamento il comportamento di questo signore che ho sempre stimato per le sue capacità artigianali. È un ottimo fabbro e so che molte ringhiere, cancelli e parapetti in ferro battuto nella nostra zona sono opera sua. È proprio per questo che, quando stavo progettando i miei insetti oggetto del contendere, mi rivolsi a lui per dei consigli. Ho condiviso le indicazioni di un bravo artigiano della lavorazione del ferro. Inoltre», aggiunge, «posso confermare che ha realizzato alcune delle mie sculture, sempre e comunque seguendo mie precise indicazioni. Quando dice di essere lui ad aver costruito parte delle mie sculture afferma il vero. Ma da lì a dire che è lui l’autore delle mie opere ce ne vuole».
Pecorelli, in questi giorni protagonista delle polemiche sollevate dalla lista Jesolo Bene Comune, si difende. «È come se un tempo lo “scriba” di turno», precisa, «avesse dichiarato di essere l’autore di quanto gli ha dettato di scrivere il Faraone. Come se la sarta che imbastisce i modelli disegnati da Armani dichiarasse che è lei l’autrice di quei modelli, o il muratore che realizza un fabbricato progettato da Renzo Piano sostenesse che quel fabbricato è opera sua. Per ritornare nel contesto delle sculture metalliche, anche Arnaldo Pomodoro, artista di fama internazionale, si avvale di lavoranti nel suo laboratorio e di collaborazioni esterne, ma questo non è sufficiente affinché lavoranti e collaboratori esterni si sentano co-autori. Non sono e non mi sento un impostore», conclude, «e vorrei che fosse ben chiaro. Al mio rientro sarà mia premura intraprendere azioni legali in difesa della mia onorabilità di persona e artista. Pur tuttavia, rimango meravigliato e sorpreso che alle affermazioni di un artigiano, peraltro del tutto infondate sotto l’aspetto del diritto di proprietà intellettuale/industriale, sia stato dato un simile credito. Le mie opere, e sottolineo le mie opere, sono state esposte sulle strade jesolane per due anni e nessuno si è chiesto perché solo ora Luciano Turchetto rivendica di esserne l’autore. Se qualcuno si ponesse questa semplice domanda probabilmente scoprirebbe che il millantatore non sono io».
Giovanni Cagnassi
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