Pd, partito in crisi Domani arriva la Serracchiani

Stradiotto: siamo come una maionese impazzita Venerdì convocata la direzione provinciale
Debora Serracchiani, vicesegretario nazionale del Pd, partecipa all'assemblea Regionale Toscana " la Toscana che Sar?? ", Firenze 10 gennaio 2015. .ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI
Debora Serracchiani, vicesegretario nazionale del Pd, partecipa all'assemblea Regionale Toscana " la Toscana che Sar?? ", Firenze 10 gennaio 2015. .ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

Il Pd veneziano oggi? «Una maionese impazzita». Lo scrive il segretario provinciale (dimissionario) Marco Stradiotto, a conclusione della lettera agli iscritti in vista del congresso straordinario dopo la mazzata elettorale. C’è una certa agitazione d’autunno nel partito e c’è chi pensa che la maionese la fa impazzire chi ha il mestolo in mano. A leggere in questi giorni gli interventi dei vertici, dei circoli, degli iscritti tutti sembrano chiedere la stessa cosa: congressi veloci e aperti al dibattito, niente pacchetti blindati di eletti, confronti anche con i non iscritti sui problemi della città, ma nel Pd la fiducia reciproca non è proprio merce popolare di questi tempi. Il 2 ottobre, comunque, la direzione provinciale stabilirà la data del congresso. La scadenza più accreditata è gennaio 2016.

Nel frattempo la tensione è alta, tra circoli e segreteria, tra iscritti, come dimostra lo scontro interno dopo il recente avallo al progetto grandi navi via Tresse-Vittorio Emanuele del sindaco Brugnaro da parte di Alessandra Moretti, Stradiotto, del capogruppo in Comune Ferrazzi, con gli iscritti di Cannaregio che hanno detto di «non sentirsi rappresentati» dai propri vertici, «sconcertati dalla corsa in soccorso al vincente».

Domani, al PalaPlip, alle 20 qualche indicazione proverà a darla la vicesegretaria nazionale Debora Serracchiani, in un dibattito pubblico su “L’Italia che cambia, il valore delle riforme e il ruolo del Pd”. Non proprio titolo da scaldare gli animi, ma gli argomenti sono sul tavolo.

Nei giorni scorsi un gruppo di “nomi” iscritti e non - tra i quali Claudio Borghello, Marina Dragotto, Alessandro Maggioni, Matteo Montagner, Giovanni Montanaro, Giovanni Pelizzato, Alessandra Poggiani, Lucio Rubini, Mara Rumiz, Prosper Wanner- in una lettera aperta ha detto un secco no alle candidature unitarie chiuse: «Il problema principale è che il Pd di Venezia non riesce più a dare risposte chiare e lungimiranti sui temi rilevanti per la qualità delle persone: si è chiuso in sé stesso».

Chiedendo di aprire il dibattito anche ai non iscritti. Sì, ma come? Il segretario comunale Emanuele Rosteghin ricorda di aver voluto «5 gruppi di lavoro comprendendo i quasi 50 consiglieri di Municipalità del Pd più i consiglieri comunali e aperti anche alla Lista Casson. Spazi di confronto con la città che verranno presentati pubblicamente, aperti anche a categorie e associazioni: il Pd deve riappropriarsi di un confronto con la città colmando il vuoto di questi mesi». «Dobbiamo aprirci il più possibile, ma con regole certe: non devono valere più i pacchetti di tessere, ma ognuno deve metterci la faccia, dare il suo contributo e votare», commenta la giovane consigliera comunale Monica Sambo, che in Comune ha contestato le indicazioni dei vertici Pd sulle grandi navi, «se parliamo di cose concrete, c’è chi si avvicina. Il partito deve smetterla di concentrarsi sugli attriti personali. Se arrivano nuove forze vanno rese protagoniste, per battere questa fase depressiva». Tutti sembrano dire cose simili, ma la tensione prevale. «Non abbiamo saputo fare gioco di squadra, troppe battaglie, chiusi in noi stessi, tra circoli e segreteria», scrive Stradiotto, «mentre la società veneziana e veneta stava andando da un’altra parte». Colpa - per lui - anche del fatto che «il partito è oggi in balia dei comitati del no, anomalo per un partito che guida il governo del paese». Il clima che si respira è da resa dei conti. Anche generazionale. Così una «madre fondatrice del Pd» come Laura Fincato annuncia di non saper se rinnovare la propria tessera: «Perché dovrei iscrivermi se il mio voto, la mia partecipazione risultano identici rispetto al primo che passa?». «C’è ancora una chance di credibilità: basta con nomi noti legati a vicende passate, basta con indicazioni o decisioni catapultate dall’alto», il commento (ideale replica) di Cecilia Tonon, Municipalità di Venezia.

Roberta De Rossi

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