Pd, la settimana decisiva Renzi avanti nei congressi

Orlando ha conquistato finora Cannaregio, Campagna Lupia e Noventa di Piave Pochi voti per Michele Emiliano. Mozioni divise anche sull’affluenza degli iscritti
Di Mitia Chiarin

Divisi, più che mai, verso la mèta. Il Partito Democratico veneziano, che si lecca ancora le ferite dopo aver perso il governo del capoluogo, è impegnato nel tour de force dei congressi di circolo nel bel mezzo di una scissione che ha già tolto al partito quattro dei suoi parlamentari. Venezia era una roccaforte bersaniana e le conseguenze, politiche, erano ovviamente da mettere nel conto. Il percorso congressuale è appena iniziato ma i primi risultati danno un’indicazione della fibrillazione, tutta interna al partito in città e provincia.

Congressi, i primi dati. Alla data di ieri si è votato finora in 14 circoli. Entro domenica prossima si terranno gli altri 64 congressi in giro per tutta la provincia. Renzi ha raccolto finora il 57,5 per cento delle preferenze. Orlando lo segue con il 40,1. Emiliano si accontenta del 2,3 per cento di consensi. Su 10 voti ottenuti, Emiliano ne ha raccolti ben sette a Cannaregio dove nel congresso di circolo ha vinto stavolta Orlando. Nel 2013 vinse Cuperlo.

Chi vince e dove. Il ministro della giustizia è stato il primo degli eletti, oltre che a Cannaregio, a Campagna Lupia e Noventa e al circolo Piave in terraferma è arrivato al pareggio con l’ex premier. Negli altri ha vinto la mozione Renzi con percentuali che vanno dal 56% di Mestre Centro all’89,5 di Fossalta.

Preoccupa la partecipazione. Il tasso di partecipazione è stato del 57,1% con punte del 70 per cento a Dolo, del 68 a Quarto d’Altino e Cannaregio, fanno sapere dalla segreteria metropolitana. Ma proprio sulla partecipazione le mozioni si dividono. «Il dato vero è che c’è poca partecipazione. Per me il calo alla fine sarà del 15-20 per cento. Il clima non sembra di voglia di rilancio, forse perché il congresso come indicavamo noi, doveva avere tempi più lunghi, ma la situazione è delicata, acuita anche dalla scissione in corso. Per chi se ne va occorre avere rispetto. E occorrerà rispettare tutti le regole.

La diversità di idee è un valore che va preservato», dice il coordinatore provinciale della mozione Orlando, Emanuele Rosteghin. C’è chi qualche domanda se la pone sulla vera consistenza del partito in provincia. Gabriele Scaramuzza si interroga: «La segreteria metropolitana parla di quattromila iscritti chiamati ad esprimersi ma sono quelli del tesseramento 2016. Quanti nel 2017 confermano la loro tessera? Lo sapremo solo in estate e io ho il timore di qualche sorpresa dietro l’angolo».

Renziani sereni. Meno preoccupata è Sara Moretto, che coordina la mozione Renzi in provincia. «La partecipazione al voto si sta attestando su quella del passato e il momento è comunque di crisi della partecipazione per la politica in generale. Ai congressi io vedo partecipazione su valori simili a quelli del passato. Le persone vengono a dire cosa pensano, a volte anche in modo duro, e poi votano. Il livello di confronto però è soprattutto legato alle vicende nazionali e non locali, che ci saranno dopo l’estate».

Mozione Emiliano. Andreina Zitelli, portabandiera della sparuta pattuglia di sostenitori del governatore Emiliano, non si cruccia: «Io sono per la partecipazione. L’importante è che il partito abbia al suo interno una vera articolazione. Ovvero, che esista una minoranza che abbia voce».

Sondaggi e prossime elezioni. La fase congressuale è in corso mentre i sondaggi nazionali danno il Movimento 5 Stelle oltre il 32 per cento. Anche questo ovviamente deve preoccupare. Gigliola Scattolin, segretaria metropolitana replica: «I rischi per il Pd possono venire da alcuni propri errori, e dalla difficoltà del ruolo dei partiti in generale, più che da meriti altrui. In ormai qualche anno di presenza sul territorio non vedo, da parte del Movimento 5 Stelle, campagne, iniziative o quant’altro meritevoli di essere ricordate né una particolare capacità amministrativa. Anzi, le difficoltà incontrate a Chioggia sembrano replicare, in piccolo, quanto sta succedendo a Roma. A Mira, nei fatti, non si vedono risultati. Come Pd dobbiamo impegnarci su temi concreti, che è il suggerimento che ripeto ogni volta sui territori. Se sappiamo essere cerniera di comunicazione tra le esigenze della società e la risposta politica, manteniamo quella solidità e quel ruolo che la gente ci chiede. Questo è sicuramente un momento di crisi, ma è proprio nelle crisi che si può ripartire e dare il meglio». La Scattolin ribadisce che, nonostante la scissione in corso, «il Pd resta un partito di centrosinistra. Confido che si possa continuare a collaborare, soprattutto sui territori, anche con chi fino a poco fa ci sedeva a fianco. La priorità oggi sono i 9 Comuni al voto. Mi aspetto impegno da tutti, per una questione di onore personale, di reale vicinanza ai bisogni dei cittadini, prima ancora che politica». Si vedrà.

Circoli in fermento. Domani, mercoledì, tocca al circolo più numeroso, quello Mobilità che però di iscritti ne ha persi visto che da 250 è sceso a 190 iscritti. Un dato da non sottovalutare per un “serbatoio” storico di voti al Pd.

A Marghera si vota stasera. Il segretario Tonino Cossidente ammette il momento di difficoltà con la solita dialettica sanguigna: «Disaffezione e sconforto si notano, eccome. Sugli iscritti teniamo (106,ndr) ma ci sono questioni che hanno ricadute locali fortissime. Dopo il referendum, ora è il salvataggio di Minzolini a scatenare il dissenso di molti».

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