«Pd, è arrivato il momento di rialzarsi»
«Se girate i circoli e chiedete come sta il Pd, tutti rispondono in un solo modo: malino.
È tempo per questo partito di rialzare la testa, con un progetto politico non legato alla leadership ed interessi. Un partito che non riduce i circoli, ma un partito che punta tutto sulla partecipazione. A partire dalla riscoperta della militanza». Fabio Poli, 43 anni, mestrino, un lavoro al gruppo regionale del Pd, è il competitor di Gigliola Scattolin nella corsa alla segreteria metropolitana del Pd veneziano, impegnato in un congresso straordinario che, dopo lo scandalo Mose e la sconfitta elettorale di Venezia e nel Veneto, ha finito con il dividere il principale partito del centrosinistra in uno scontro di correnti.
Poli è il candidato della cosiddetta sinistra, i Cuperliani ed ex Bersaniani, la vecchia classe dirigente del partito che ora, sotto la guida del partito di Renzi, sono finiti in minoranza. Poco male: Poli sfodera la grinta come arma per fare presa sui circoli. I primi congressi cittadini lo premiano: quello dei ferrotramvieri venerdì; ieri quello di Marghera, roccaforte “rossa”, che lo premia con 55 voti contro i 14 della Scattolin, renziana filogovernativa (per lui sette delegati, per lei uno).
Il congresso straordinario, preludio tra un anno e mezzo di quello vero, non deve ridursi, invita Poli, ad uno scontro tra Venezia e il resto della provincia ma un confronto di idee e contributi sulla città metropolitana «che sotto la guida di Brugnaro è partita con un profilo bassissimo, che asseconda la visione miope della Regione. Invece la città metropolitana è una opportunità per tutti, da San Michele a Cona», spiega. La prima urgenza è il lavoro con un «rilancio compatibile che sia capace di creare occupazione e buon lavoro». E a Venezia, dice Poli, il centrosinistra deve lanciare un messaggio forte di ricompattamento del centrosinistra: ed ecco allora l’appoggio all’ordine del giorno di Pellicani (leggi articolo sotto) «affinché si arrivi presto al gruppo unico» tra Pd e Lista Casson, perché, nei circoli questa è sentita come una necessità. E avverte tutti: «Oggi la città è sotto la guida di un sindaco demagogo aziendalista con un accentramento di potere mai visto, incapacità di aggredire i problemi veri e facilità di colloquio con i grandi interessi. Ecco noi dobbiamo essere totalmente alternativi a Brugnaro, a Venezia come nel metropolitano».
Il candidato della sinistra apre nel suo documento ai contributi di altri, come il gruppo 7 Luglio. Il suo slogan? «Pensa con la tua tessera, questo il messaggio che lancio a tutti». Rispetto alla Scattolin, rivendica al di là di comprensibili elementi di sovrapposizione, l’idea di un partito che non riduce i circoli ma li valorizza, coinvolgendoli nelle scelte anche attraverso lo strumento del referendum, con una classe dirigente fatta di «esperienza, innovazione e competenza». Sostiene, dice, il governo Renzi «con spazi di autonomia» ma ammette «che sfidare la direzione del Pd dà la carica».
Mitia Chiarin
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