Pd comunale, un nome a sorpresa Baglioni sfida Miraglia e Menotto

Irritati i filo governativi dalla candidatura del consigliere di Favaro, renziano “trasversale” Per la carica di segretario metropolitano confermato invece il confronto tra Poli e la Scattolin
Di Mitia Chiarin ; di Mitia Chiarin

La corsa per i congressi del Pd pareva destinata a quattro candidati, con - per la prima volta - tre donne in corsa. E invece, dopo i sussurri, ecco arrivare per il congresso comunale la terza candidatura, una sorpresa che spariglia un po’ i giochi che parevano chiusi all’alba di ieri e che irrita i renziani o “filogovernativi” che dimostrano di essere una corrente tutt’altro che unita.

Perché ieri alle 18, allo scadere del termine per le candidature ufficiali, ecco spuntare come terzo candidato il renziano “trasversale”, come egli stesso si definisce, Alessandro Baglioni, giovane consigliere di Municipalità a Favaro. Un doppio candidato renziano?

I filo governativi mostrano irritazione, perché loro e a fatica, un nome su cui riunirsi domenica lo hanno trovato ed è quello di Alessandra Miraglia, figlia di Annamaria, ex assessore comunale, bionda, agguerrita e dipendente comunale a Venezia. «Quella di Baglioni è una candidatura nata evidentemente in contrapposizione ad altri candidati», fa capire, con evidente fastidio, Alessandro Maggioni che, assieme a Jacopo Molina, Andrea Ferrazzi e gli altri dell’ala renziana del partito ha lavorato tutta domenica per chiudere sul nome della Miraglia che ha subito preso con serietà la candidatura.

«Mi sono messa a disposizione del partito, che amo davvero, con spirito di servizio e ho accettato la candidatura», spiegava ieri. L’ala “cuperliana” del partito ovvero la sinistra Pd ha ufficializzato sempre ieri di aver deciso di puntare per la guida del Pd veneziano su un’altra donna, Maria Teresa Menotto, veneziana, che faceva già parte della segreteria di Emanuele Rosteghin, il segretario uscente del partito. «La politica per me è testimonianza di cittadinanza, è occuparsi dei problemi concreti, è capacità di ascolto, lettura dei cambiamenti sociali, impegno civile. Anche professionalmente infatti ho lavorato alla progettazione e gestione di servizi rivolti ai cittadini e da anni sono impegnata nel volontariato e nella politica delle donne», spiega.

In mezzo alle due donne in corsa per la guida del Pd comunale ecco mettersi Alessandro Baglioni che ammette di aver scelto di candidarsi tardi «perché una bella fetta di partito rischiava di non essere rappresentato in questo congresso, come una parte della mozione Turetta», spiega. Tra i suoi sostenitori ci sono, spiega lui stesso, Ugo Bissacco, Monica Sambo, Massimo Venturini, Danny Carella, Valeria Finocchi e Samuele Mancuso. Quanto basta per infiammare divisioni già evidenti.

Per il congresso metropolitano e la scelta del sostituto di Marco Stradiotto la corsa è invece a due. Per i renziani è stata scelta domenica Gigliola Scattolin, infermiera, ex candidata sindaca nel 2014 per il Pd a Scorzè. Dovrà vedersela con Fabio Poli, 43 anni, che lavora al gruppo regionale Pd, cuperliano di ferro. La Scattolin spiega: «Mi rendo conto che la sfida è molto impegnativa, ma io ho sempre creduto che il lavoro di squadra sia la soluzione migliore e sarà la squadra che andrò a creare, di persone appassionate e competenti, che farà la vera differenza, il vero rilancio».

Fabio Poli non è meno determinato: «Siamo impegnati in un congresso, mica in una guerra. Io sono pronto a darmi da fare per il partito con spirito costruttivo e responsabilità. In politica ci vuole novità, esperienza e competenza. Io ci metto un pezzo di esperienza personale per dare un vero contributo per il bene dei territori e del partito». Ora lo scontro tra candidati si sposta nei circoli (22 a Venezia e 55 nell’area metropolitana).

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia