Pavanello scrive a Renzi per lo “Sblocca Mirano”
MIRANO. Maria Rosa Pavanello suona la campana a Matteo Renzi: «Caro premier, dal 2008 azzerata la capacità di spesa per il nostro Comune, che pure è virtuoso: in cinque anni abbiamo potuto spendere non più di 500-600 mila euro l’anno, destinandoli a piccoli interventi di manutenzione. Ora però le infrastrutture comunali cadono a pezzi».
Il sindaco ha così inviato al Presidente del Consiglio l’elenco delle opere che il Comune non riesce a realizzare per mancanza di fondi. Mirano tenta insomma la via del decreto “Sblocca Italia”, stilando l’elenco delle opere essenziali ma che non riesce a concretizzare per i vincoli imposti dal patto di stabilità.
«Negli ultimi cinque anni, cioè da quando ci è imposto il blocco della spesa», spiega Pavanello, «si è assistito a un rapido deterioramento dello stato manutentivo delle infrastrutture comunali: 16 edifici scolastici, sei impianti cimiteriali, tre sedi municipali, 70 ettari di parchi e giardini pubblici, 180 chilometri di strade comunali e 5 mila punti luce. Ci sono opere programmate e progettate, nonché finanziate fino all’anno 2009, rimaste poi congelate a causa dei vincoli imposti. Eppure questi lavori sono tutti finanziati con fondi propri dell’ente e potrebbero diventare cantieri in tempi brevissimi».
“Renzi, pensaci tu” è il senso della lettera, nella quale Pavanello scende nei dettagli ed elenca le opere per cui chiede un intervento dall’alto. La lista comprende l’installazione dell’ascensore in municipio per 160 mila euro, la realizzazione della pista ciclabile di Campocroce (620 mila euro), l’ampliamento del blocco loculi del cimitero di Scaltenigo (700 mila euro), il restauro di quelli del camposanto di Mirano (250 mila euro), la manutenzione della tribuna del campo da calcio di Campocroce (50 mila euro), l’adeguamento normativo della tribuna dello stadio di Mirano (80 mila euro) e l’accordo di programma con la Provincia per il nuova illuminazione di via Caltana per 215 mila euro.
Ci sono poi due grandi interventi che Mirano attende da anni: la nuova caserma dei carabinieri, per la quale il Comune ha già acquisito l’area e predisposto un progetto per 4,2 milioni di euro e la situazione dei Molini di Sotto: investimento privato questo, ma che non risulta possibile avviare per il “no” della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici. «Ma si tratta di un intervento di recupero previsto da tempo», conclude Pavanello, «che consentirebbe di ricostruire l’edificio e riqualificare una parte importante del centro storico, eliminando pericoli per la pubblica incolumità, a cominciare da quello idraulico del bacino antistante».
Filippo De Gaspari
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