Pavanello e Semenzato senza appoggi esterni

MIRANO. Maria Rosa Pavanello e Alberto Semenzato al ballottaggio senza apparentamenti, ma quanto peso possono avere coloro (ben sei) che sono rimasti fuori al primo turno? Chiusa la possibilità di...
Lorenzo Porcile/Municipio di Mirano, Mirano / candidati per il ballottaggio al Comune di Mirano, nella foto Pavanello
Lorenzo Porcile/Municipio di Mirano, Mirano / candidati per il ballottaggio al Comune di Mirano, nella foto Pavanello
MIRANO. Maria Rosa Pavanello e Alberto Semenzato al ballottaggio senza apparentamenti, ma quanto peso possono avere coloro (ben sei) che sono rimasti fuori al primo turno?


Chiusa la possibilità di siglare alleanze ufficiali, a Mirano è caccia ai voti degli esclusi (e dei delusi). Lo spauracchio è, più che altrove, l’astensionismo spinto e attivo, soprattutto di chi non si sente rappresentato da nessuno dei due candidati. Alcuni invocano la scheda nulla, altri lasceranno libertà di scelta. «Andrò a votare, ma non esprimerò un voto valido», spiega Antonio Milan, M5S, «è importante la partecipazione al voto e ci rammarica l’astensionismo che nel nostro Comune è stato più alto che altrove, effetto della lontananza delle persone dalle ultime amministrazioni. Nessuno dei due candidati ci potrà rappresentare e personalmente non sarei a posto con la coscienza votando per qualcuno che non mi rappresenta e che avrò il compito di controllare nei prossimi 5 anni dall’opposizione». Al centro, Giorgio Babato, che ha conquistato con la sua lista un sorprendente 11, 54%, esclude qualsiasi indicazione di voto per uno dei due contendenti: «Prenderemo una decisione domani (oggi, ndr), sulla miglior espressione di voto, ma è chiaro che ci sentiamo distanti da entrambi i pretendenti e la nostra scelta sarà rispettosa di queste distanze. Amministrare comporta comunque interagire con le altre forze politiche e a Mirano hanno entrambi rifiutato questa logica, marcando loro per primi le distanze con tutti».


Nel centrodestra Maria Giovanna Boldrin lascerà libertà di voto ai suoi: «Considero andare a votare un diritto ma anche un dovere», afferma, «Borsellino diceva che la rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento in cabina elettorale con la matita. Non dirò cosa farò all’interno della cabina, sarebbe un’indicazione ai miei elettori che non voglio dare e voglio lasciare loro piena libertà di scelta». Si sbilancia invece Stefano Tigani, del Movimento cittadini Mirano, l’unico a dare un’indicazione. Che è tutta per Semenzato: . «Serve un cambio», spiega, «i 700 elettori che hanno scelto il nostro movimento lo hanno fatto in un’ottica di cambiamento rispetto all’attuale amministrazione. Credo che coerenza imponga di andare nella stessa direzione». Voto secondo coscienza quello raccomandato da Luigi Gasparini (la Sinistra per Mirano), mentre Marco Marchiori (La tua Mirano e indipendentisti) invita sì a votare, ma senza lesinare critiche a Semenzato e soprattutto a Pavanello per quello che ha fatto vedere in questi anni: «Reagiamo ma votiamo, sarà la nostra forma di controllo», afferma.


Filippo De Gaspari


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