Patto di stabilità, Orsoni si affida al “Salva Roma 2”
Il “Salva Venezia” nel “Salva Roma”. È questa la nuova speranza a cui si aggrappa il Comune per ottenere la sospirata “sterilizzazione” delle principali penalizzazioni in cui è incorso, sforando il Patto di stabilità del 2013 e che tanti problemi stanno creando a Ca’ Farsetti e agli stessi dipendenti comunali, con blocco degli straordinari, perdita di indennità e premi di produzione e limitazione di orario, con i Consiglio comunali che d’ora in poi saranno programmati al mattino proprio per limitare l’impiego di personale.
Mentre il sindaco Giorgio Orsoni anche ieri era a Roma per cercare di sbloccare il problema a livello politico e ministeriale, ieri se n’è discusso in giunta, che intanto ha di fatto “bloccato” per il momento il piano di investimenti dell’Amministrazione in attesa di certezze.
La speranza è ora affidata a un’emendamento che dovrebbe essere “agganciato” al decreto “Salva Roma 2” che approderà martedì in Parlamento, e che dovrebbe appunto contenere le attenuazioni delle penalizzazioni per lo sforamento del Patto di stabilità che erano inizialmente previste nel decreto “Milleproroghe” e che poi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva cassato.
Dopo numerose delusioni, in Comune si aspetta ora la firma dell’atto prima di ritirare i tanti provvedimenti di “austerithy” e di taglio delle competenze, compresi gli stipendi dei dipendenti. Adesso c’è anche l’ordine del giorno del consiglio comunale, che a larghissima maggioranza ha dato mandato al sindaco di intervenire con decisione presso il governo per evitare che «siano penalizzati i lavoratori».
Le regole del Patto prevedono infatti che sia appunto bloccata la spesa anche riguardo alla corresponsione degli accordi integrativi e delle ore di straordinario.
E i problemi - come ha spiegato ieri al termine della Giunta anche il vicesindaco e assessore al Bilancio Sandro Simionato – ora riguardano anche i lavori con contratti a tempo determinato, diverse centinaia, che prestano servizio nel settore delle politiche sociali, come gli operatori di strada che assistono ad esempio prostitute e clochard e che hanno necessariamente orari di lavori flessibili, spesso nelle ore notturne.
«Il problema è delicato», ha spiegato Simionato, «perché se dovessimo operare i vincoli di orario che abbiamo già applicato per i dipendenti comunali a tempo indeterminato, in pratica vanificheremmo il servizio. Ma se al contrario, contando anche sulla disponibilità degli operatori, gli lasciassimo comunque svolgere il servizio come prima, innesteremmo anche problemi di carattere sindacale, perché non sarebbe formalmente una procedura corretta».
Simionato si è incontrato anche ieri con sindacalisti e rappresentanti dei lavoratori delle politiche sociali proprio per trovare una possibile soluzione al problema, in attesa che da Roma arrivino al più presto buone notizie.
Enrico Tantucci
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