«Patto di stabilità da cambiare Serve una vertenza Venezia»
Lanciano una Vertenza Venezia per modificare i vincoli del patto di stabilità, difendono il sistema di welfare costruito in questi anni, non chiudono al confronto sul programma con l’Udc e, tra i candidati che già hanno fatto un passo avanti, si schierano con Felice Casson nella partita delle primarie del centrosinistra. Federico Camporese (Sel), Luana Zanella (Verdi) e Gianfranco Bettin, (In Comune) hanno presentato ieri nella sede di via San Girolamo il progetto e una sintesi del programma 2020Ve in vista delle primarie di marzo e delle elezioni comunali di maggio o giugno.
Un percorso che parte da una premessa fondamentale, come spiega l’ex assessore Gianfranco Bettin. «Se non si cambia l’accordo con Roma sul patto di stabilità qualsiasi sindaco verrà eletto sarà un sindaco dimezzato», spiega l’ex assessore all’Ambiente ricordando, tra gli altri aspetti, «il taglio del 66% dei trasferimenti in quattro anno da parte del governo, con l’azzeramento dei fondi della legge speciale». Senza contare i mancati incassi del Casinò e le partite di giro valutate come uscite, come i soldi che Ca’ Farsetti riceve dalla Regione per il trasporto pubblico locale ma gira subito all’Actv. «Non ci sono altri margini per comprimere i costi come hanno constato e detto anche i commissari del Comune perciò non resta altra strada che la trattativa con Roma», aggiunge Bettin, che perciò lancia una vertenza Venezia come quella che nel 1984 portò tutta la città a mobilitarsi per il riconoscimento della legge speciale. La presentazione di ieri è servita però anche a illustrare le tre pagine di contributi e osservazioni al programma elaborato dal Pd, regista e perno di una coalizione il cui perimetro sarà definito nei prossimi giorni, prima con incontri diretti del Pd con le altre forze interessate, e poi in incontri di coalizione che serviranno a vedere chi ci sta, e sulla base di quale programma. «Noi non mettiamo veti, anche se l’abbiamo subìto dall’Udc», aggiunge Bettin, «e siamo pronti a discutere nell’ambito di un programma di coalizione di forze che hanno anche sensibilità diverse». Punti cardine per il gruppo di 2020Ve dovranno essere la difesa e il rilancio del sistema di welfare, l’innovazione e la banda larga, la difesa dell’ambiente con il sì al Vallone Moranzani - progetto di recupero di Marghera da mesi impantanato - e il no allo scavo del canale Contorta, probabilmente uno dei punti di maggiore frizione con l’Udc assieme alle battaglie per i diritti civili, e basti pensare allo scontro frontale che c’era stato con l’ex delegato ai diritti civili, Camilla Seibezzi.
Tra gli aspetti più curiosi, a scorrere il programma, l’ipotesi di un collegamento con una funivia per collegare il parco San Giuliano, Forte Marghera e il campus universitario di Ca’ Foscari in via Torino. Programmi, e uomini. Tra i quattro attuali candidati alle primarie del centrosinistra l’uomo da votare è il senatore Casson. Non perché ci siamo molte differenze di vedute con Sebastiano Bonzio (Rifondazione) o il libraio e outsider Giovanni Pellizzato, ma perché - spiegano i tre rappresentanti - c’è bisogno di una persona che abbia la giusta caratura per la città, e per confrontarsi da pari a pari con Roma. E Molina? «Ha avuto il coraggio di presentarsi», dice Bettin, «vuole risolvere i problemi finanziari del Comune senza Roma, ma deve dire come fare perché ci sono solo due modi: licenziare personale o tagliare i servizi».
Casson quindi. Anche se c’è chi, dentro il Pd, teme che sia l’uomo giusto per vincere le primarie ma quello sbagliato per vincere le comunali, le elezioni che contano davvero. Se alle primarie si presentasse qualcun altro? «Oggi ci sono questi quattro, e di tempo ne è stato perso abbastanza», dice Bettin, «e se domani si presenterà qualcun altro, valuteremo».
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