Patrocinio gratuito all’operaio che ha ucciso il caposquadra
MIRA. Sono gli avvocati Massimo Valveri ed Emanuele Zanarello che con Slai Cobas sono pronti a dare assistenza legale a Georgian Ionut Bejenaru, il 29enne, ora in carcere a Venezia, reo confesso di aver ucciso con una coltellata il suo superiore di lavoro, Gheorghe Suta, di 36 anni nella casa in cui viveva a Mira Taglio in via Mar Mediterraneo. «Abbiamo inviato in carcere una lettera», spiega Paolo Dorigo per il sindacato Slai Cobas, «a Georgian Ionut Bejenaru, spiegandogli di mettere a disposizione gratuitamente i due avvocati la difesa. Abbiamo spiegato al giovane il rischio che, dopo quello che è successo, resti in carcere ancora per moltissimi anni. La nostra sarà una difesa che non si baserà solo su aspetti tecnici».
La missiva è stata inviata in romeno e italiano: «Spettabile Bejenaru, siamo il sindacato che difende i lavoratori degli appalti dentro Fincantieri a Marghera, forse in passato hai saputo di noi da altri lavoratori tuoi connazionali. Abbiamo saputo della tua tragica storia e abbiamo cercato di capire cosa sia successo. La vita degli operai in Fincantieri è terribile, soprattutto quando si tratta di lavoratori immigrati e senza un contratto regolare come nel tuo caso. Conosciamo come si vive in carcere, le difficoltà e le condizioni. Speriamo che tu debba stare in carcere non troppi anni, con ciò che è avvenuto rischi di stare in carcere molti molti anni se non riesci a garantirti una difesa adeguata. Siamo a proporti se vuoi di poterti far prestare assistenza legale gratuita attraverso uno dei nostri avvocati convenzionati che abbiamo consultato al riguardo, Massimiliano Valveri di Padova ed Emanuele Zanarello di Padova, od altri con i quali parleremo nei prossimi giorni. Nel nostro sindacato abbiamo centinaia di lavoratori e lavoratrici del tuo Paese, la Romania, e faremo conoscere quanto ci comunichi».
Il sindacato, pur condannando qualsiasi atto di violenza e soprattutto un omicidio, intende farsi carico però di un caso che ritiene emblematico dei rapporti di lavoro che esistono all’interno delle aziende, soprattutto quelle che operano in subappalto. Gheorghe Suta, la vittima, viveva con il cognato del 29enne omicida e fra un anno si sarebbe trasferito definitivamente al paese natio dove aveva quasi finito di costruirsi una nuova casa. Suta era sposato ed era papà di un bimbo di tre anni. La moglie, che viveva a Mira fino a qualche anno fa, si era già trasferita a Costanza in Romania, dove risiede anche chi le ha ucciso il marito.
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