Patriota Donazzan: il 4 novembre non si tocca

«E' la festa del Piave e del Grappa, declassarla è un'offesa alla memoria»
VENEZIA.
Da buona «patriota» l'assessore veneto del Pdl Elena Donazzan (nella foto) annuncia che si adopererà «In ogni sede, istituzionale e politica, affinché il 4 novembre torni ad essere una festività nazionale». «E' dal Veneto», afferma Donazzan «che deve partire questa richiesta, che sono convinta troverà una fortissima condivisione popolare. La nostra è terra alpina, innamorata del tricolore e di quella Italia che ha visto il compimento della sua unitarietà proprio sul nostro territorio dal Pasubio al Grappa, passando per l'Altopiano di Asiago, che ha trovato il suo limite ideale e fisico nella battaglia del Piave, Fiume Sacro alla Patria».


«E' l'Italia di Vittorio Veneto», si infervora Donazzan «quella che il 4 novembre 1918 diede pace agli eroi come Cesare Battisti e Fabio Filzi, irredentisti che morirono al grido di Viva l'Italia nel castello del Buon Consiglio a Trento che di lì a poco sarebbe tornata alla Madre Patria».


Per l'esponente pidiellina «C'è un bisogno profondissimo di trovare le ragioni del cuore oltre a quelle della testa per sentirsi popolo, per appartenere ad una nazione». «Come si sentirono quei tanti soldati», insiste «che dalle nostre trincee, provenienti da tutte le parti d'Italia impararono a passare dai dialetti delle loro origini ad una lingua: l'italiano; impararono ad amare non tanto l'Italia aulica di Dante o di Foscolo, ma quella della quotidianità delle lettere dal fronte, che con l'aiuto del proprio ufficiale venivano lette e scritte, per avere notizie di casa. Abbiamo bisogno di spirito patriottico». «Chiamerò all'appello i leghisti che si scandalizzano perché il 4 novembre sarebbe stato declassato a favore del 17 marzo in occasione dei 150 anni», conclude Elena Donazzan «per portarli al mio fianco e a quello di tutti i veneti patriottici per far tornare quella data festa nazionale».

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