PaTreVe, ora la Città metropolitana punta su Treviso

L’elezione del sindaco di centrosinistra favorisce il progetto. Padova, Treviso e Venezia tutte a guida Pd. Ghetti: «Presto un vertice con il ministro»

VENEZIA. Il centrosinistra trionfa alle amministrative. E la Città metropolitana è più vicina. Sei città del Veneto su sette sono ora governate da sindaci di centrosinistra. E il progetto della metropoli, bloccato per un anno dal governo Monti, fa un passo avanti importante.

È ormai tramontato il percorso previsto dalla legge del 2012, che prevedeva di approvare lo Statuto con il coordinamento della Provincia. Adesso riacquista un ruolo importante il sindaco della città capoluogo, che dovrà guidare il nuovo organismo nella fase di transizione, in attesa dell’approvazione delle città che vi aderiranno.

«Nei prossimi giorni ci sentiremo con i sindaci di Padova e Treviso», conferma Pierfrancesco Ghetti, da due settimane nuovo assessore alla Città metropolitana, «e con il neoministro Graziano Del Rio, che da sindaco e presidente dell’Anci si è battuto molto insieme al nostro sindaco Orsoni per la realizzazione della Città metropolitana». Adesso il progetto originario ha subito delle modifiche. E la nuova Città si è allargata dalla provincia di Venezia all’asse Venezia-Padova. E adesso anche a Treviso.

«Le città metropolitane sono il futuro», dice Ghetti, «in Europa è già così, e il peso delle aree urbane è molto forte. In Italia del resto, le dieci metropoli con le aree hanno un terzo del totale degli abitanti del Paese». «Dovranno contare di più», dice Ghetti, «ma soprattutto fornire servizi migliori e a basso costo. Le città metropolitane hanno già oggi un ruolo trainante nell’economia». Si comincerà dalle aziende partecipate, a partire da Veritas e Venis, che potranno offrire servizi a un territorio molto vasto. E le istanze autonomistiche, con la nuova richiesta di referendum per separare Venezia da Mestre? «Dovrà essere fatto un ragionamento nell’ambito delle nuove municipalità», dice Ghetti, «che dovranno avere maggiori poteri ed essere più vicine ai cittadini».

Perde peso, invece, la Provincia, destinata ad essere abolita. Doveva essere l’ente che diventava la nuova Città metropolitana, stessi confini e stessa organizzazione. In realtà adesso sta prevalendo un modello diverso. Il sindaco della città capoluogo alla testa della metropoli, sinergìe concrete avviate anche con gli altri comuni limitrofi, a cominciare da Padova e Treviso.Un anno e mezzo di tempo per preparare lo statuto e il progetto. Poi, alle prossime amministrative della primavera 2015, si dovrebbe già votare per il sindaco e il Consiglio metropolitano.

 

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