Pasto da casa, ecco le prime disdette ad Ames

Mestre. Un primo bilancio parla di venticinque famiglie, ma molti dirigenti non hanno ancora dato istruzioni
GIORNALISTA: Morsego .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: scuola Gori, Zelarino.DESCRIZIONE: sciopero del panino
GIORNALISTA: Morsego .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: scuola Gori, Zelarino.DESCRIZIONE: sciopero del panino

MESTRE. Arrivano le prime disdette ad Ames da parte delle famiglie che hanno deciso di rinunciare al servizio mensa per avvalersi del pasto domestico, dando ai propri figli la schiscetta da portarsi in classe. Al momento, stando a quanto risulta ad Ames, sono venticinque i bambini le cui famiglie hanno fatto sapere, attraverso i dirigenti scolastici, di voler rinunciare al servizio. E’ un dato però provvisorio dal momento che molti dirigenti scolastici non hanno ancora dato indicazioni ai genitori su come comportarsi. L’ultima, in ordine di tempo, è stata la dirigente dell’istituto comprensivo Franca Ongaro di Lido e Pellestrina. In una nota inviata ai docenti e ai genitori spiega che «per procedere alla disdetta del servizio mensa per l’anno scolastico bisognerà compilare e consegnare un modulo entro le 10 del 30 settembre». Compilando il modulo i genitori sottoscrivono un testo nel quale spiegano di provvedere «personalmente al pranzo, assumendo la piena responsabilità del cibo» fornito al figlio. Inoltre, si legge ancora nel modulo, i genitori spiegano di essere «a conoscenza che non ci sarà consentito accedere a scuola allo scopo di consegnare il pranzo alternativo alla mensa. Siamo consapevoli del fatto che la nostra scelta riguarderà tutto l’anno scolastico in corso».

Nei prossimi giorni inoltre la dirigente convocherà un incontro con i genitori e i docenti per chiarire dei dettagli la vicenda. Le iniziative dei dirigenti scolastici sono l’effetto dell’ormai nota sentenza del tribunale di Torino che ha rigettato il reclamo presentato dal Ministero dell'Istruzione contro l'ordinanza che estendeva la facoltà di consumare il pranzo fatto dai genitori nei refettori comunali. Dopo giorni di attesa, la decisione del tribunale è arrivata due settimane fa, sancendo un principio valido non solo per le famiglie di Torino che si battevano per il “panino libero” ma per i genitori degli alunni di tutta Italia. L’anno scorso anche nelle scuole del Veneziano c’erano stato proteste, culminate nelle giornate dello sciopero del panino, per chiedere una mensa di maggiore qualità, e rivendicano il diritto dei bambini a potersi portare il cibo da casa da consumare in mensa con gli altri bambini aderenti invece al servizio di mensa. Alle prime 25 famiglie che hanno provveduto a disdire il servizio mensa potrebbero presto aggiungersene delle altre, non appena tutti i dirigenti delle scuole comunicheranno non solo come poterlo fare, ma soprattutto come sarà organizzato il servizio. A oggi Ames serve nelle scuole - non in tutte è già stata attivata la mensa - tra i 6.700 e i 7.200 pasti al giorno.

 

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