Pasta alla gricia e cacio e pepe L’Amelia ora parla romano

Pasta alla gricia, cacio e pepe. La storica trattoria all’Amelia riapre, e punta sulla cucina romana per tornare ai fasti di un tempo. Non solo, ad accompagnare carbonare e carciofi alla giudìa ci saranno diversi tagli di carni pregiate: dalla chianina fino alle tagliate di bisonte e zebra.
Insomma, un cambio radicale rispetto alla cucina che ha reso celebre la trattoria di via Miranese che per decenni, fu fondata nel 1925, ha servito piatti a base di pesce e crostacei. Amelia Romana è infatti il nuovo nome della trattoria inaugurata ieri e guidata da Luca Serpente, 54enne di Civitavecchia, che da 10 anni gestisce anche l’Antica Osteria Romana a Santa Giustina in Colle (Padova). «Puntiamo su prodotti di qualità», spiega Luca Serpente, «a fianco di piatti tipici della tradizione romana offriremo diverse tipologie di carne. Vogliamo che l’Amelia sia per tutti: non un ristorante per élite ma dove anche i ragazzi più giovani possano assaggiare i nostri prodotti». Il messaggio è chiaro: la nuova Amelia proporrà menù con una fascia di prezzo che possa attirare una clientela diversa, dal manager al giovane lavoratore. Un cambio di rotta rispetto alle gestioni precedenti, che negli ultimi anni hanno cercato di mantenere la proposta culinaria che in passato ha fatto la fortuna dell’Amelia non avendo però la stessa fortuna. Nel 2010, infatti, la storica trattoria chiuse dopo il fallimento della gestione dei fratelli Boscarato che ebbe anche diversi strascichi legali.
Rilevata nel 2013 da una cordata di imprenditori mestrini, la Trattoria non era però riuscita a risollevarsi. Anzi, anche in questo caso l’avventura è terminata, un anno fa, con un fallimento condito da numerosi problemi con i dipendenti legati agli stipendi. Ora l’Amelia punta a voltare pagina: si guarda a un futuro migliore puntando su specialità romane e carni ricercate. Ma qualcosa dell’antica trattoria verrà mantenuto dalla nuova gestione: «Nell’Osteria a fianco proporremo anche cicchetti a base di pesce», sottolinea Luca Serpente, «in particolare plateau di crudité e molluschi». Insomma, l’Amelia cambia rotta sperando, questa volta, di iniziare un lungo viaggio. —
Matteo Riberto
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