«Passare l’attività di gondoliere di padre in figlio è un diritto per i veneziani»
VENEZIA. Il dibattito sul nuovo Regolamento dei gondolieri, tornato alla ribalta qualche giorno fa dopo una lettera protocollata inviata al sindaco nella quale si chiede un passo indietro, finirà con molte probabilità in un ricorso al Tar. In sintesi nel testo si chiede che i parenti dei gondolieri per essere parte della conduzione familiare, riconosciuta dall’articolo statale 63 1993, svolgano il concorso pubblico pubblico come gli altri, mentre nel nuovo documento è prevista solo un’idoneità.
Il Comitato Sostituti Gondolieri che ha firmato la lettera, ma che per paura di ritorsioni vuole restare anonimo, non ha ricevuto nessuna risposta dall’amministrazione ed è pronto a procedere.
Nei giorni scorsi è arrivata la replica dei gondolieri attraverso l’avvocato Giuliano Marchi che, insieme all’avvocata Giada Palladini, si è occupato di portare avanti il dialogo con amministrazione comunale e associazione dei gondolieri per garantire meglio la continuazione dell’attività di padre in figlio.
«La vicenda nasce dal fatto che i gondolieri titolari di licenza, durante la malattia e le ferie, dicevano di dover rivolgersi ai sostituti e lamentavano come non potessero rivolgersi ai propri figli» spiega Marchi «Abbiamo analizzato la questione e riteniamo che sul piano giuridico vi sono fondati motivi per ritenere che la facoltà di inserire all’interno di una attività familiare che ha le caratteristiche di un’attività imprenditoriale sia in linea con i principi costituzionali».
Gli avvocati citano gli articoli 29 e 41 della Costituzione che tutelano l’iniziativa economica privata e i diritti di famiglia: «Non consentire ai figli dei gondolieri la possibilità di continuare l’attività del proprio genitore all’interno dell’azienda paterna, parrebbe in contrasto con l’art. 230 bis del codice civile che tutela l’impresa familiare» prosegue Marchi «Quindi, una preclusione in tal senso, costituirebbe, questa sì, una violazione del principio di uguaglianza, atteso che, come detto, l’inserimento dei figli nell’impresa di famiglia è una circostanza assolutamente normale in altri ambiti imprenditoriali».
Il Comitato Sostituti Gondolieri non contesta la conduzione famigliare, bensì che il concorso pubblico sia sostituito per i parenti con un esame di idoneità e che non si parli solo di figli, ma di familiari come dice il Codice civile. Per gli avvocati l’idoneità (e non il concorso che prevede il superamento dell’esame Arte del Gondoliere) invece è sufficiente perché il figlio comunque potrebbe entrare nell’impresa familiare dopo quattro anni, avendo quindi assimilato quanto viene richiesto.
Per quanto riguarda il test di droga e alcol: gli avvocati dicono che è già previsto, mentre il Comitato sostiene che i controlli sono stati introdotti nel concorso del 2018. —
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