Partorisce a 13 anni e rinuncia al bimbo
TREVISO. È rimasta incinta all'età di tredici anni e ha dato alla luce il suo bambino al Ca' Foncello, decidendo però di non riconoscerlo. La storia di questa giovane che ha partorito il piccolo all'ospedale di Treviso alla fine di febbraio rimane protetta dall'anonimato e dalla segretezza di quanto accaduto. «Ha fatto una scelta coraggiosa, decidendo di portare a termine la gravidanza nonostante la tenera età», dice chi ha potuto conoscere da vicino questa ragazzina con il pancione. Dopo aver saputo di aspettare un bimbo la ragazzina ha deciso di portare avanti la gravidanza con convinzione, affiancata dalla famiglia, ma prima di tutto guidata da una forte determinazione personale. Non se l'è sentita di mettere fine a quella vita che a poco a poco cresceva nel suo corpo di bambina. Ha nascosto le sue rotondità con dei maglioni larghi, ha cercato di camuffare le nuove forme finché ha potuto.
Ha protetto la sua gravidanza dagli occhi indiscreti delle compagne di classe e dai possibili giudizi pettegoli dei vicini di casa. E poi, si è assentata per qualche giorno da scuola, senza motivare il perché. «Questa baby mamma non ha considerato la gravidanza solo come un incidente di percorso, ha deciso di dare al suo bambino l'opportunità di vivere, anche se non con lei», racconta chi l'ha incontrata. La decisione di dire addio al suo cucciolo è maturata nei nove mesi della gestazione e si è concretizzata subito dopo il parto. La tredicenne ha guardato quel bambino, ha ascoltato il suo primo vagito e poi ha deciso di lasciarlo in ospedale. Non ha riconosciuto il piccolo e ha chiesto di non riportare il suo nome di madre biologica sul certificato di nascita. Semplicemente, se n'è andata, lasciandolo in reparto, come prevede la legge. Ha preferito affidarlo alle cure del personale della Ginecologia e Ostetricia per tornare alla sua vita di tredicenne. Lo ha salutato e se ne è andata via per sempre, forse alleggerita dalla pensiero che suo figlio sarebbe stato allevato dall'amore di un'altra famiglia.
«Quando una donna decide di non riconoscere il proprio bambino è molto difficile che torni indietro», fa sapere chi entra in contatto con mamme che preferiscono non tenere il proprio figlio. Anche questa volta, non c'è stato alcun ripensamento. La giovane ha lasciato il neonato in ospedale, senza tornare indietro, senza ripensare alla decisione presa. Ora, il destino di questo bimbo, nato a Treviso poche settimane fa, sarà simile a quello di tutti i neonati che vengono partoriti negli ospedali italiani senza essere riconosciuti dalla madre biologica. Una “mamma segreta” a volte immigrata e clandestina, talvolta italiana o giovanissima, come in questo caso. L'Anfaa, l'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, ricorda che in Italia ogni anno 350 bebé vengono dichiarati adottabili dai Tribunali per i Minorenni. Anche per il piccolo nato al Ca' Foncello, ora si apre il capitolo dell'adozione nazionale. I neonati godono di una corsia preferenziale che li porta in poche settimane all'affidamento preadottivo e dopo un anno all'adozione definitiva.
L'iter legale prevede che il tribunale emetta un decreto provvisorio con cui affida il neonato alla struttura sanitaria che lo accudisce, in attesa di arrivare all'abbinamento con i neogenitori affidatari che lo accoglieranno, riscrivendo il suo albero genealogico con un legame d'amore, anziché di sangue.
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